Voce agli stranieri

30 aprile 2011 di: Laura Giambruno

Samir ha chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno annuale: dopo tre mesi e mezzo viene convocato per l’eventuale rinnovo. Sa quando entrerà nell’ufficio ma non sa quando uscirà. Samir sta finendo il dottorato a Parigi. Viene da Casablanca e abita in Francia dalla maggiore età (da 12 anni circa) eppure ogni anno con un ritardo tipico di tre mesi e mezzo deve richiedere il permesso per stare in quello che oramai sente come il suo paese. Ma quello che è peggio è che comincia a temere che un giorno i “padroni di casa” gli diranno di No.

Omar dice che questa guerra in Libia ha fatto molti morti. Molti meno ce n’erano stati in Tunisia. E lo dice con un sorriso, io gli dico che finché c’è anche solo un morto va male. Omar ha un posto di ricercatore in un’isola tunisina e forse proprio per questo si può permettere questi sorrisi

Tanti, gente sfuggita alla miseria e a una vita precaria spesso in bilico con la morte, sono stati fermati a Ventimiglia alla frontiera con la Francia.

Claudio sta andando in California dalla sua ragazza per una settimana. Non è solo una vacanza di Pasqua, va per sposarla a Las Vegas proprio come nei film. La ragazza dopo aver trascorso mesi di convivenza con lui a Parigi in cui cercava lavoro era tornata per poco in America. Nel viaggio di ritorno per la Francia l’hanno bloccata in Svizzera nella zona aeroportuale No man’s land per 12 ore prima di rispedirla in America perché un americano col solo permesso turistico può stare solo tre mesi su sei in un paese straniero.

Io mi trovo in Francia e finora nessuno m’ha cacciato.

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