abolito il reato di clandestinità

1 maggio 2011 di: Marcella Geraci

«Il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo è basato su progetti e piccoli centri che permettono un’integrazione sul territorio». Lo ha dichiarato il rappresentante Uhncr Antonella Basilone, a Caltanissetta per la presentazione di un progetto di accoglienza co – finanziato dall’Unione Europea. E’ un’affermazione che coglie nel segno il problema dei flussi migratori di questi mesi, avvolti invece dall’ombra suscitata dal bombardamento mediatico su una presunta invasione. «Questo sistema è già presente in Italia» ha sottolineato la dottoressa Basilone riferendosi allo Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, che conta 3.000 posti in tutta Italia). Se questo sistema fosse potenziato, garantirebbe il diritto dei rifugiati e dei richiedenti asilo ad avere condizioni di vita dignitose. I migranti apportano una ricchezza data dalla loro cultura e possono contribuire allo sviluppo della società italiana».

Durante l’incontro, il responsabile Area Migranti dell’Arci nazionale, Filippo Miraglia, ha chiamato in causa il discorso pubblico attivato dai media in materia di migrazioni internazionali. «Con ventimila persone – ha infatti sottolineato il responsabile Area Migranti dell’Arci – l’Italia ha dato l’idea di essere un paese invaso, perché chi controlla l’opinione pubblica ha parlato in questo modo».

Insomma, gli assembramenti e la scarsa distribuzione dei migranti nel territorio contribuiscono ad innescare un discorso pubblico fuorviante, mentre la Corte di Giustizia della Ue boccia la norma italiana che prevede il reato di clandestinità. In un mondo che continua a girare e che ospita persone in movimento, il nostro paese potrà mai intravedere nelle migrazioni aspetti positivi e risorse potenziali?

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