figli di un dio minore

13 maggio 2011 di: Francesca Traìna

Un “no” secco quello del Cardinale Romeo alla veglia per ricordare le vittime dell’omofobia che avrebbe dovuto tenersi il 12 di maggio prossimo presso la chiesa di Santa Lucia. Un’iniziativa tra le tante in prossimità del Pride che si terrà a Palermo e si concluderà con la manifestazione del 21 di maggio.

Questo diniego ha in sé qualcosa di più di un’offesa e di un insulto. Come scrive Antonella Monastra, ha qualcosa di insopportabile. Muove sentimenti di rabbia nei confronti di una Chiesa sorda ma non muta, estranea e ostile alla vita e all’esistenza reale di uomini e donne che avendo scelto diversamente da come è stato ordinato, vengono declassati a figli di un dio minore; peccatori e peccatrici che bruceranno tra le fiamme di un inferno ancora da scoprire. Peccato che la Chiesa, negando la preghiera alle vittime della violenza omofobica, si faccia in qualche modo complice dell’omofobia medesima. Vengono in mente i nazisti che massacrarono ed evirarono gli omosessuali, esponendone i corpi nelle piazze, nella notte che la Storia ricorda come quella “dei lunghi coltelli”. Non si può dimenticare l’orrore.

Eppure il 12 di maggio una comunità di gay cattolici si sarebbe riunita in preghiera, se non vi fosse stato il veto. Qual è la stortura di questo gesto di devozione? La Chiesa come giustifica questo atto di misera discriminazione alla luce del preteso spirito ecumenico? Forse per gli omosessuali non si deve pregare? E perché? In nome di quale ideale o legge? Questa Chiesa che respinge i figli, le figlie, i fratelli, le sorelle; che respinge il “prossimo” omosessuale ci fa vergognare, ma ci fa vergognare per Lei.

Non si può pregare, in una veglia ufficiale, per i morti o per coloro che, a causa del loro orientamento sessuale, subiscono violenze quotidiane, vengono picchiati o uccisi; si può pregare di nascosto se si vuole, non visti, in clandestinità. Ma il divieto ritorna in faccia a chi l’ha posto, perché la veglia si svolgerà in diversi paesi del mondo e in varie città italiane; anche a Palermo, ovviamente, ma fuori dalla Chiesa che non riconosce i suoi figli. Ma come fa il clero a non capire quanto si discosti dal pensiero autentico del cristianesimo che considera gli esseri umani tutti uguali e degni di accoglienza? Come fa a non capire che così appesantisce i patimenti e le discriminazioni dei credenti – g l b t q -? In proposito trascrivo, per le lettrici e i lettori di questo sito, quanto apparso su un manifesto del Pride di Palermo, convinta che le persone civili ne siano già profondamente consapevoli.

Omofobia significa paura dell’omosessualità, paura di un altro orientamento affettivo e sessuale. L’omofobia in Italia non è un “problema” solo degli omosessuali, delle lesbiche e delle persone transessuali che vengono ancora derise, insultate, aggredite, discriminate, ma di tutti coloro, donne e uomini di tutte le età, gli orientamenti, gli stili di vita, che credono nel rispetto della persona, nella sua inviolabilità, nel valore della libertà e delle differenze come bene comune, nell’uguaglianza, di tutte le persone.

13 commenti su questo articolo:

  1. Emma scrive:

    Se la chiesa fa a meno dei suoi figli, questi dovrebbero fare a meno della chiesa. Ma è legittima e condivisibile la richiesta dei credenti glbtq di tenere una veglia di preghiera; il problema deve essere della chiesa e non delle persone omosessuali. E’ la chiesa che si deve porre la domanda, chiedersi da quale parte stare: se dalla parte di Dio che accoglierebbe tutti e tutte o dalla parte di chi pratica l’omofobia. E’ assurdo il comporatmento della chiesa. Ma cosa ci aspettiamo? La chiesa è OMOFOBICA e pratica il respingimento dei “clandestini” proprio come fanno le destre europee. Il vaticano attua il RESPINGIMENTO. Chi non è etero è clandestino da respingere! L’articolo che denuncia questa posizione ufficiale della chiesa lo approvo e ringrazio francesca per averlo scritto, oggi ci vuole anche il coraggio di prendere posizione.

  2. Maruzza scrive:

    Sono d’accordo con quello che hai scritto. E’ una cosa insopportabile che non ha spiegazioni umane. La posizione del cardinale è una disposizione del vaticano, viene dal centro sicuramente. Non ci sono parole per definirla. Personalmente sono indignata.

  3. Arturo scrive:

    Ero alla veglia; è stata una risposta coerente e civile dei credenti ma anche dei non credenti che si sono ritrovati per dare testimonianza di un mondo e di una società che, malgrado non riconosciuti dalla chiesa, vivono ugualmente la vita.
    Questo mondo attuale è brutto, parla di valori come se quelli delle persone omosessuali non lo fossero. I valori sono i sentimenti veri e autentici che legano due persone secondo il loro desiderio. Rispettiamo i sentimenti e rispetteremo le persone. La chiesa si giudichi da sé. E se ignora la realtà… è un pessimo e biasimevole affar suo.

  4. Lucio scrive:

    Tra Giovanardi e il cardinale Romeo non c’è differenza, tutti e due figli di madre chiesa!!!! Non li vorrei come genitori né come lontani parenti. Che si vergognino in massa! Smettetela con l’oscurantismo, siete solo guerrafondai e razzisti!! così alimentate l’odio- non sapete fare altro.

  5. ornella papitto scrive:

    E’ notte, fonda. Sono stanca ma non smetto di leggere gli articoli.
    Cosa ci dobbiamo aspettare dall’organizzazione “Chiesa”?
    A loro non piacciono i “peccatori” che non si pentono. Perché che ci starebbero a fare loro, qui, su questa terra? Che missione “spirituale” avrebbero da compiere se poi le persone non si pentono?
    Certo che l’omosessualità li mette in crisi, alle fondamenta. Gli omosessuali sono “figli di Dio” , poiché tutti su questa terra siamo “figli di Dio”, ma non si pentono, quindi non possono essere riconosciuti “fratelli peccatori”.
    Ma se un prete, un sacerdote, non riconosce in un altro essere un suo fratello, e se riconosce la possibilità della “salvezza” solo agli eterosessuali, hanno già compiuto i peccati più gravi, “l’esclusione”, l’”emarginazione”, il ridurre tutto a un argomento genitale e negano tutta la bellezza dell’essere “persona”, tutta la spiritualità, tutto l’amore che è dentro ogni essere umano, questo sì, a prescindere dalle scelte sessuali.
    Avrei voluto utilizzare parole più dure nei confronti di queste azioni compiute dall’organizzazione “Chiesa”, ma mi fermo perché provo tanta pena, perché tanta cecità è veramente, essa, già di per sé, una grave disgrazia.
    Con rispetto,

  6. Lucilla Blaschi scrive:

    L’articolo fa riflettere non solo sull’omofobia e sulla chiesa ottusa, ma su tuttte le ingiustizie di cui si è macchiata. Altro che peccati e peccatori. I massacri umani in epoche passate sono stai organizzati e voluti dalla chiesa e dai papi di turno. Se dovessimo scoperchiare quanto la chiesa nasconde di massacri contro l’umanità dovrebbe essere deferita ai tribunali del mondo e degli uomini perché abbia un giusto processo e una giusta condanna come si fa con i dittatori sanguinari. Dalle crociate in poi, ma anche prima, la storia della chiesa apre pagine terribili…anche oggi con la pedofila, con le banche, i commerci ricchissimi. Gli omosessuali cattolici , lo dico con convinzione, non aspettino né cerchino approvazioni da questa chiesa che è un’associazione di teste mediocri, di pochezze e miserie, di ipocrisie, da non considerare o da ignorare. Grazie per questo articolo che sottolinea bene quella pochezza e miseria a cui mi riferisco.

  7. ornella papitto scrive:

    Non dobbiamo assolutamente omettere che le tre religioni monoteiste (religioni ebraica, cristiana e mussulmana) fondano il loro potere sul “peccato”, ossia il “peccato originale”. Da lì è iniziato tutto il dramma umano, poiché se siamo peccatori, ossia colpevoli, meritiamo la pena eterna.
    Ma c’è una via d’uscita: il pentimento, anche all’ultimo respiro della nostra vita.
    Se continuiamo su questa strada, non c’è via d’uscita e neanche l’assunzione di responsabilità terrene delle nostre azioni.
    Con rispetto.

  8. pina mandolfo scrive:

    Non ci sono parole che possano definire l’atteggiamento omofobo del prelato in questione. Sottoscrivo le parole di Francesca Traina e gli altri commenti al suo scritto. Vorrei aggiungere che ho saputo che nelle chiese valdesi, invece, le veglie ci saranno e sono tante, sopratutto in alcune città del Piemonte. Veglie organizzate. come a Cuneo, per esempio, da comitati Gay con le chiese.
    Dove sta la differenza? Nella grande paura che il patriarcato eteronormativo sostenuto a furor di dogmi, anatemi e altro, dal potere della chiesa cattolica, possa perdere il suo ruolo di potere unico. Potere che si innesta nell’istituzione famigliare.

  9. Elisa scrive:

    Casa si deve aggiungere? noi andiamo avanti, del potere della chiesa facciamo a meno con vero piacere. La chiesa a tema unico, pensiero unico e dogmatico, ignoriamola come lei riesce ad ignorare le facce della vita che sono tante e la vita stessa. Ci vuole ipocriti e accomodanti. No! Chiesa praticante razzismo omofobico!!! non mi riconosco in te come in questo malgoverno. BASTA!!!

  10. Adele e Simona scrive:

    Condividiamo il commento di pina mandolfo e sarebbe stato il nostro stesso commento se non avesse scritto prima lei. Vi invitiamo ad essere tutt* alla sfilata del 21 che conclude il pride. E’ un momento importante per testimoniare e, senza alcuna idea provocatoria, far capire che esiste una realtà diversa da quella eteronormata che vive di spontaneità consapevole e di autenticità di sentimenti e della libertà di essere fedeli al proprio sentire e al proprio orientamento. L’orgoglio gay non è da intendere come il pensiero neutro patriarcale ed ecclesiastico lo intende, ma come autodeterminazione e affermazione di sé nella libertà e nella differenza.

  11. Vincenzo scrive:

    Come cattolico e credente mi vergogno per questa stolta presa di posizione del Cardinale che mostra il volto peggiore di una Chiesa che dovrebbe essere casa di accoglienza oltre le differenze, che dovrebbe non basare l’accesso al suo club su tali differenze. Talvolta è molto più furbo far finta di di niente, se non si ha il coraggio di professare la bontà di un’azione come quella programmata nella chiesa di Santa Lucia. Il giovane parroco ha tentato di coinvolgere i fedeli in maniera diversa, nuova, con attività non a favore di questa o quella scelta sessuale che, in quanto privata, non deve interessar nessuno, ma tramite un’attività a contro la discriminazione: il risultato è stato ricordargli che “l’ottimo è nemico del bene e che di zelo si può peccare”. Il ruolo di un pastore è quello di decidere la direzione ascoltando le proprie pecore: risulta sempre più evidente lo scollamento tra la funzione di guida e il popolo che desidera spesso nuovi sentieri, sicuramente diversi dalla discriminazione.

  12. Fiammetta scrive:

    Anche io sono cattolica anche se pochissimo praticante perché i rappresentanti della Chiesa muovono disgusto per come interpretano il messaggio cristiano. Sono d’accordo con l’articolo e condivido il commento di Vincenzo che ha analizzato bene la posizione stolta del cardinale e della chiesa.

  13. Claudio scrive:

    nessuno ha pensato che in questa assurda decisione ci possa entrare l’opus dei? io penso di sì perchè purtroppo ho frequentato una scuola di quelle e so come “formano”. i miei genitori pensavano che mi indottrinassero bene e che mi facessero diventare come loro, ma hanno avuto l’effetto contrario. siccome la chiesa s. lucia è accanto a una scuola dell’opera penso che loro sono stati i primi a storcere il naso davanti alla possibilità della veglia di preghiera. diffidate gente!!! io ne sono uscito salvo perchè ho ragionato sempre con lamia testa anche se ho dovuto mettermi contro i miei, oggi mi sento un ragazzo libero-

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