ma che idea, quella di Ikea

12 maggio 2011 di: Anna Trapani

Che idea quella di proporre una pubblicità che non avrebbe sconvolto nessuno in altri paesi, ma non in Italia dove il bigottismo ancora impera e che deve da sempre fare i conti con l’ingombrante presenza del Vaticano all’interno dei propri confini. Alcuni giorni fa, infatti, è comparsa una pubblicità con due uomini visti di spalle che si tenevano per mano e la frase: «Siamo aperti a tutte le famiglie». Viste le notizie degli ultimi giorni è passata un po’ sotto silenzio la reazione del sottosegretario alla famiglia Giovanardi, che l’ha bollata come immorale e contraria alla Costituzione. Il nostro stimato tutore della legalità tuona da vero fariseo per una immagine discreta, che non disturba affatto, ma non ci fa sentire la sua voce quando le donne sono brutalmente stuprate, quando vengono sfruttate per pubblicità che mercificano l’immagine femminile con nudi o altro che sono sicuramente più immorali di quanto proposto dalla ditta svedese. E dove si trova Giovanardi quando si parla di festini a base di bunga bunga con minorenni? Si trincera dietro l’articolo 29 comma 1 della Costituzione che così recita: «La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio».

Ma l’articolo non definisce la famiglia nella sua composizione, poiché è considerata tale ogni comunità domestica costituita essenzialmente dai coniugi e dai figli ed eventualmente da altri conviventi. La reazione del mondo omosessuale non si è fatta attendere. Hanno risposto con un flash mob in varie città ma soprattutto a Catania, dato che la campagna pubblicitaria nasceva per il lancio della nuova sede. Tante coppie etero e omo si sono baciate in pubblico per dieci minuti, per ribadire il loro diritto a fare famiglia. A questo punto c’era poco da dire, forse come altre cose del governo l’avremmo cercato di dimenticare, se due giorni fa Giovanardi, forse per farsi vedere non così ostile, non ci avesse dato questa chicca del suo repertorio proclamando: «gli omosessuali possono baciarsi, ma… a casa loro fra le pareti domestiche». La notizia è passata in fretta in qualche telegiornale con minor senso del grottesco, ma noi l’abbiamo raccolta e vogliamo renderla nota perché ci sembra il modo migliore per coprire di ridicolo il pudico sottosegretario, consigliandogli di scandalizzarsi meno, parlare a monosillabi e agire di più a favore delle famiglie.

3 commenti su questo articolo:

  1. Brava Anna, hai fatto benissimo a denunciare questo episodio passato in parte sotto silenzio. Tacere e mettere la testa dentro la sabbia è quello che vorrebbero i vili come Giovanardi e il codazzo di ipocriti moralisti e perbenisti che lo segue, cattolici compresi che si vergognano dei figli omosessuali, e nel non accettarli li costringono ad una doppia vita; una vita clandestina purché non si dia “scandalo”. L’omosessualità è ancora in molti contesti, apparentemente colti ed evoluti, uno “scandalo”. Finché ci sarà anche una sola voce libera a denunciare i continui insulti e le offese al mondo omosessuale, fatto di uomini e di donne con orientamenti sessuali non omologati al comune sentire ma al proprio, si potranno denunciare queste miserie culturali e la doppia morale che le alimenta.

  2. Micol scrive:

    Mi trovo a soffermarmi sugli articoli della Trapani perchè senza imporre il suo pensiero ma con gentilezza fa pensare, è una rara virtù ormai dimenticata. La lotta all’omofobia è la lotta all’intolleranza, ognuno di noi dovrebbe attuarla giornalmente soprattutto con la garbata ironia della Trapani.

  3. anna trapani scrive:

    Gentile Micol,
    grazie per il lusinghiero giudizio. Continui a leggerci perchè ci spronate a fare sempre meglio.
    Anna Trapani

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