nel mondo sottosopra, le bugie hanno vita lunga

11 giugno 2011 di: Marco Pomar

Da una ventina d’anni ci hanno rubato le parole e i loro significati. Ripetendo come mantra le loro bugie, i loro slogan senza spiegazioni, hanno dato al volgo, perfino in misura ridotta a coloro che non la pensano come loro, l’illusione di una semplificazione politica e sociale rozza e a loro uso.

Prendiamo i comunisti, o più in generale la sinistra. Disegnata come estremista, pericolosa, eversiva, nelle loro mezze frasi smozzicate, nei talk show dove si deve interrompere, dove ogni ragionamento compiuto è bandito da chi ti urla addosso e dagli spot, abbiamo finito per credere a questa bugia, o comunque a tenerla lì da parte, come se ci fosse qualcosa di vero. Così anche adesso che la destra e le sue aberrazioni cominciano a stancare il lento popolo italiano, bisogna ripetere ossessivamente che la vittoria non è stata del centro sinistra, ma della sinistra, quella amica di Al Qaeda e degli islamici. In questa Italia rovesciata, dove al governo stanno i razzisti, si può impunemente dare del sovversivo pericoloso ad un avvocato borghese dalle buone maniere e al suo ascendente sulla popolazione di Milano. È funzionale ai loro teoremi difensivi, in barba alla verità. Più estremista chi accoglie i migranti o chi li vuole cannoneggiare? Chi vuole una moschea o chi i ghetti? Perché una frase semplice come quella post vittoria di Vendola, che vuole abbracciare i fratelli musulmani e i migranti tutti viene accolta come la conferma di una pericolosità sociale?

Ma cosa siamo diventati? Estremista e pericoloso è colui il quale vorrebbe annullare tutte le disparità, le ingiustizie, chi parla di coesione e solidarietà sociale, chi non ci sta a dividere il mondo in normali e diversi, siano essi gay, negri abbronzati, ebrei o chissà che altro. Da anni abbiamo consegnato le chiavi del Paese a sub ministri che diffondono paura e odio, galleggiando sui peggiori istinti della popolazione e nutrendoli ad arte.

La notizia forse è che l’Italia, nonostante questo martellamento scientifico, è un’altra. O almeno lo è in gran parte. È quella dei lampedusani che rischiano la propria vita per salvare tutti i fratelli del barcone arenatosi sugli scogli in una notte di mare in tempesta, quella che distingue tra le accuse grottesche della destra a Pisapia e ci ride sopra, e con la lente dell’ironia svela l’assurdità dell’atteggiamento fascista.

Speriamo di ripartire da questi estremisti, quelli che non vogliono il nucleare, che pensano ancora la legge possa essere uguale per tutti, che dialogano e non urlano, accolgono e non sparano.

2 commenti su questo articolo:

  1. gambusi scrive:

    Mi piace molto il concetto di “questa Italia rovesciata”. Mi piace la tua analisi.

  2. Rita Annaloro scrive:

    sono contenta che si ponga la questione della comunicazione di massa: purtroppo è di vitale importanza. Speriamo che la gente se ne renda conto.. rita Annaloro

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