un ministro curtu e malu cavatu

20 giugno 2011 di: Silvana Fernandez

A Renato Brunetta, piccolo ministro furioso! Questo è l’inizio di una lettera che, giorni fa, le avevo scritto. Scherzavo, così fan tutti, sulla sua altezza, ma notavo anche che malgrado la sua statura e il suo cognome siano riduttivi, il suo nome Re-nato fa presagire, invece, una casa regnante adatta alla sua incalzante megalomania e adatta anche a noi italiani che ai re minuti siamo abituati, anche se hanno lasciato nel nostro passato molti errori e qualche orrore. Sì, le avevo scritto una lettera perché capivo che la sua sprezzante arroganza, questo suo volere essere il primo della classe, anzi lo spione numero uno, pronto ad accusare chi si rilassava un minuto o non rendeva al massimo, erano difetti da compatire. Ho pensato che per un uomo, che come altezza massima ha raggiunto quella di Scilipoti alla prima comunione, il vero problema è il bisogno di comunicare. Cosa che, nella sua posizione politica e fisica, deve essere molto difficile. Insomma, diciamolo chiaramente, «Se non usi effetti speciali o se non urli ti pestano». Le avevo scritto qualcosa che speravo fosse divertente, per bilanciare il suo disagio quotidiano di vedere la gente dalle ginocchia in giù. Le avevo profetizzato perfino che, se avevano avuto la loro Biancaneve, i sette nani operai di miniera, ben altro sarebbe toccato a lei ministro di un imperatore con ventisette regge. Si, avevo scritto una lettera per consolarla ma ora ho pressato il tasto annulla e l’ho mandata nei meandri del cestino del mio computer. Scrivere qualcosa deve essere pensato da chi scrive ma anche meritato da chi lo riceve, e lei, ministro, non merita niente! In questi giorni ho capito che, forse, noi non l’abbiamo mai amato ma che il primo ad odiarsi è lei e deve odiarsi molto.

La sua reazione davanti alla precaria mi ha spaventato, non per la vita della precaria, ma per la sua. Lei Brunetta ministro furioso, non è come pensavo finora uno spirito rabbioso, ma un pietoso conformista. Ogni giorno il conformista si chiede cosa vuole la gente da lui e, lontano dal domandarsi cosa voglia lui da se stesso, a spallate a pedate cerca di entrare nel branco. Là lei sta posizionato da anni e da là ha urlato, tante volte, vergogna, infingardi, fannulloni, basta cultura, falliti, non perché lo pensasse ma perché credeva lo pensassero gli altri. Quale fosse la sua vera idea, a questo punto, non ci interessa. Sappiamo che giudica molti di noi il peggio dell’Italia senza rendersi conto che quello che vede e di cui parla è il suo riflesso nello specchio. Forse, come la regina cattiva, ogni giorno si chiede rimirandosi «chi è il più bello del reame?». Lascio a lei il compito di darsi la risposta quando all’alba scaricherà cassette di frutta al mercato, lavoro che dovremmo, a quanto pare, ritenere ambito. Non dirò più una parola. Ho cestinato la lettera.

(vignette di Vauro, Biani, Arnald)

6 commenti su questo articolo:

  1. luciana scrive:

    Si Silvana non meritano neanche una lettera questi estremisti di volgarità ma le tue descrizioni le meritiamo noi, Brunetta il bello del reame tu non fai più sorridere ma ridere, ridere fino alle lagrime

  2. Elisa scrive:

    Ironico e divertente questo articolo. Complimenti a silvana che riesce sempre a descrivere questi loschi personaggi del governo italino mettendone in evidenza i lati peggiori con bella ironia che non può non provocare una sana risata!

  3. micol scrive:

    ogni volta cara Silva sono convinta che non commenterò più articoli per non sembrare quelle ammiratrici che seguono in trasferta i loro cantanti, ma ci sono delle frasi tipo-alto quanto scilipoti alla prima comunione- che mi fanno sorridere per una giornata intera ! Allora anche oggi un bene!

  4. Paolo. R. scrive:

    Composto essenziale, forse è uno dei migliori articoli, perché non farne una raccolta?

  5. ornella papitto scrive:

    Ciò che non si può guardare in Brunetta è la sua testa e soprattutto il prodotto del suo contenuto.
    Quel ghigno da invidioso e maligno. Non si può proprio guardare.
    Ma un libro dell’enciclopedia Treccani glielo tirerei in testa, con molto piacere.

  6. Rossella Caleca scrive:

    La tua ironia è sempre efficace, e questo articolo mi è piacuto particolarmente: Paolo R. ha ragione, devi raccoglierli in volume!

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