Consigli per la lettura: Paramahansa Yogananda

16 luglio 2011 di: Luthien Cangemi

Paramahansa Yogananda, uno dei più grandi Guru indù del XX sec, incontrò negli anni ’20 del secolo scorso un venerabile poeta persiano da cui apprese che in Persia la poesia ha due significati: uno interiore e uno esteriore . Attraverso questa nuova chiave di lettura, il Guru rilesse e tradusse le Rubaiyyàt (le quartine) del poeta e filosofo Omar Khayyàm, vissuto nella Persia dell’ XI secolo d.C., già tradotte e mal interpretate da Edward FiztGerald che aveva reso famose queste quartine come espressione di un “credo edonistico di un vagabondo ubriacone”.

Il vero significato del poema è stato oggetto di controversia tra FiztGerald e Paramahansa Yogananda; quest’ultimo coglie il doppio significato poetico dell’opera, regalando alla conoscenza umana il suo significato interiore, quello che da espressione all’essenza mistica della poesia.

XI

Un pezzo di pane all’ombra di un albero,

Una coppa di vino, un libro di poesie – e Tu,

Accanto a me, che canti nel deserto –

E il deserto mi sembra un paradiso.

XXXII

C’era una porta di cui non trovai la chiave,

E un velo che m’impediva di vedere:

Un breve parlare di Te e di me

Sembrava esserci, e poi, di Te e di me più nulla.

XLI

Definisco “E’ ” e “Non E’ ” con l’aiuto delle regole,

E “In alto e in basso” con la logica,

Pure di tutte le cose che si vogliono sapere

In nessuna mi sono veramente immerso, tranne che nel vino.

XLIII

Il vino che può confutare con la logica assoluta

Le settantadue contrasti sette;

Il sottile alchimista che in un attimo può

Trasformare in oro il vile metallo della vita.

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