un accordo forse storico, tra sindacati e Confindustria

3 luglio 2011 di: Simona Mafai

Non è facile, anzi è difficilissimo, illustrare ed esprimere un parere sull’accordo nazionale, firmato a fine giugno, tra le principali organizzazioni sindacali dei lavoratori (Cgil, Cisl e Uil) e la Confindustria. Tale accordo definisce due temi essenziali per la vita produttiva del paese: a) una valutazione rigorosa della rappresentanza reale dei vari sindacati, categoria per categoria, ai fini del loro peso nella contrattazione con i datori di lavoro (si definisce un mix tra numero degli iscritti a livello nazionale e numero degli eletti nelle rappresentanze aziendali di base; b) la possibilità di concludere contrattazioni collettive aziendali, che devono però mantenersi sempre nell’ambito dei contratti collettivi nazionali, le cui definizioni relative alle normative ed ai trattamenti economici, restano valide per tutti i lavoratori e lavoratrici del settore, e su tutto il territorio nazionale. La stipula di contratti collettivi aziendali (che, su richiesta del 30% dei dipendenti possono essere sottoposti a referendum) dovrebbe creare un rapporto tra produttività (destinata a crescere), e compensazione salariale. Nell’ambito del contratto aziendale è consentito prevedere – ed è questo il punto più contestato da alcune minoranze della Cgil ¬ – una clausola di “tregua sindacale” (leggi: impegno a non scioperare) vincolante per le organizzazioni firmatarie dei contratti, ma non per i singoli lavoratori.

Il tutto dovrebbe promuovere più dinamismo e partecipazione dal basso di lavoratori e lavoratrici, maggiore produttività e conseguentemente maggiori salari. L’argomento è complesso, né ho la competenza per esprimere giudizi che risulterebbero affrettati e superficiali. Ma il passo avanti compiuto nell’accidentato percorso dell’unità sindacale, dopo decenni di divisione, mi porta a guardare con una certa fiducia all’accordo – che gli eventi futuri (con il loro margine di imprevedibilità) metteranno al vaglio della realtà. Chi volesse approfondire la questione, può leggere il testo dell’accordo (scritto in forma veramente piana) sul sito:  <www.cgil.it>

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