antidepressivi a gogo

16 agosto 2011 di: Daria D’Angelo

Tutto è nato negli anni sessanta, negli Stati Uniti e in Inghilterra con una rivoluzione dei valori, del costume, della musica e la contemporanea diffusione dell’lsd, dell’eroina, della marijuana, della cocaina. Da allora l’uso delle droghe ha continuato a crescere e modificare le relazioni sociali, e non sono pochi, anche tra i professionisti, coloro che usano quotidianamente cocaina mostrando efficienza ed esagerata sicurezza. Un esempio che incide negativamente in un mondo di giovani sempre più insicuri e avviliti dalla necessità di fingersi altri per sentirsi integrati in una società in cui sembra regnino sovrani il mito dell’indifferenza e dell’attività sfrenata. Siamo diventati tutti più aggressivi e narcisisti e la nostra vita è piena di droghe, antidepressivi e ritocchi plastici. Sembra che tra il 2004 e il 2009 le minacce e le offese siano aumentate del 35%, le percosse del 26%, come i reati sessuali; gli interventi di chirurgia estetica nel 2010 sono stati 450mila.

Sono in pericolo il controllo delle pulsioni e il rispetto delle regole, ma quel che è peggio è che aumenta anche il tentativo di legittimare le pulsioni e giustificare tutto con il disagio della società, o i problemi dell’infanzia. L’autoreferenzialità porta ad essere arbitri dei propri comportamenti, e tutto potrebbe essere l’espressione di una trasformazione dovuta alla vertiginosa innovazione tecnologica, ma a tutto questo corrisponde un logoramento estenuante, una crisi dei valori tradizionali, un individualismo sfrenato, il tentativo di superare se stessi. Rischiamo di abituarci alla follia e di non riuscire mai più ad adattarci e accettare quella vita sobria e poco emozionante, ma in fondo tanto rassicurante e normale che a volere ben considerare potrebbe tornare ad essere la migliore dimensione, per ritrovare se stessi e la propria serenità.

3 commenti su questo articolo:

  1. silvia scrive:

    E’ vero la realtà ci sfugge vorremmo qualcosa che non c’è forse non esiste, incolpiamo noi di inadeguatezza preferiamo considerarci malati che insoddisfatti, depressi piuttosto che delusi.

  2. Marcella Geraci scrive:

    Anch’io sono d’accordo. Anche in Italia l’abuso di antidepressivi, tranquillanti e psicofarmaci in genere ha subìto un notevole incremento. Basta un niente per fare ricorso a medicine pericolosissime per l’organismo, come se questo fosse assolutamente normale.

  3. silvana scrive:

    Mi piace molto il tuo articolo Daria, anche il commento di Silvia anche quello di Marcella mi sembra centrino perfettamente il male di esistere o la sconfitta o la delusione trattate con disinvoltura medica come fossero paranoie, e se avessimo più coraggio di vivere useremmo meno TAVOR?

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