gli affanni della settimana

2 agosto 2011 di: Rosanna Pirajno

Nel bilancio della settimana appena trascorsa c’è solo una cosa di buono, ed è la rinuncia del Presidente della Repubblica Napolitano agli aggiornamenti dei suoi emolumenti e delle spese del Quirinale, fino alla fine del mandato, con un risparmio per le casse erariali di oltre 15 milioni di euro. Di contro, la Regione Sicilia nisba, congelato ogni abbattimento di costi di politica, clientelismo, affarismo, pensioni d’oro e consulenze di platino, auto blu e cellulari di servizio, i soldi che mancano per i servizi essenziali si materializzano a favore di privilegi. Il Comune ha ottenuto 45 milioni per gli stipendi dei dipendenti Gesip, che sono tanti e dai compiti nebulosi come si addice al sistema, però intanto si agitano quelli dell’Amia che rivendicano altro per lasciarci sommersi di munnizza miegghie ‘e napule; a sinistra danno il governo e il suo padrone per finiti, boccheggianti, con un piede nella fossa, ma si scordano i vitalissimi scilipoti che sfornano leggi ad personam come niente fosse, a ogni processo saltato scatta una benemerenza e mezza carica pubblica; i partiti in parlamento fanno a gara a chi ha più inquisiti indagati sospettati sottoposti a inchieste e processi, ma quando sono implicati pure quelli di sinistra, gli insospettabili rossi, i fu comunisti, è dura da mandare giù, non sai più a chi credere, a che aggrapparti, in cosa sperare per non deprimerti. Tra il ministro Tremonti che subaffitta in nero perché diffida della Guardia di Finanza che lo spierebbe, e caporioni della GdF implicati in torbidi affari di P4, è una bella gara a chi è più inguaiato e chi più approfitta del ruolo.

Muore all’improvviso un grande giornalista dalla schiena dritta, il cronista di Repubblica Giuseppe D’Avanzo che alle malefatte del potere non concedeva tregua, e la stampa di regime si sente liberata da un irriducibile “portatore di odio” verso il padrone, tutto riconducendo ad avversione personale per il capo legibus solutus, non perseguibile per diritto umano e fors’anche divino. Ecco, di tutte le notizie negative della settimana, questa mi sembra la più orribile, la meglio esemplificativa dei tempi efferati in cui sguazziamo con modesti guizzi di insofferenza.

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