la solitudine di agosto

24 agosto 2011 di: Daria D’Angelo

Agosto, Ferragosto, tutti i periodi di vacanza come questo aumentano il senso di solitudine di molte persone. I giorni in cui la vita scorre nei ritmi di normalità è possibile scansare questa sensazione attraverso una routine salvifica capace di arginare il vuoto che, invece, assale nel silenzio di una città deserta con la sottile consapevolezza che tutto è più difficile, che nessuno possa aiutarci se abbiamo bisogno d’aiuto. Questa confusione di paura e angoscia, questo isolamento sociale, sembra sia nocivo alla salute quanto il fumo e l’alcol. Alla luce di uno studio condotto da uno psicologo americano, l’essere isolati dal contesto sociale, a lungo temine, è dannoso al pari di fumarsi almeno 15 sigarette al giorno o essere alcolizzati. Essere soli, anche in questo caso, non significa essere single o vedovi, ma non avere rapporti con altre persone.

Sebbene si possa essere “soli” anche in mezzo alla folla, è risaputo e suggerito da numerosi studi che le persone con una rete sociale povera o nulla sono a maggiore rischio di demenza precoce, problemi cardiovascolari, pressione alta, e perfino di cancro. Sembra che anche il sistema immunitario sia meno attivo se si è soli, e le persone che vivono in solitudine sono più soggette alle infezioni virali.

Descritta così, ognuno si rispecchia e pensa alla propria solitudine, a come reagire per salvarsi, ad uscire e trovare amici, a stare in mezzo alla gente, sforzarsi di incontrare per trovare “compagnia” e lasciarsi la solitudine alle spalle. Il problema vero va nel senso opposto, il problema è di tanta gente, anziani soprattutto che vivono desiderando un sorriso, una cortesia. Se invece di accanirci al divertimento concentrandoci sulla “fuga” provassimo ad elaborare e dare un senso alle azioni, scopriremmo quella strana combinazione di dare-avere che è la reciprocità.

Esistono, è vero, il Telefono Amico, il Servizio Pony Express per la consegna a domicilio di spesa e medicinali, ma esistono ancora il buon senso, la distinzione fra intrusione e disponibilità? Chiedere a un vicino di casa sa ha bisogno della spesa, di un passaggio dal dottore o soltanto di scambiare due parole non aiuta solo gli altri, ma fa sentire meglio chi lo fa. La spirale potrebbe volgersi a nostro favore e potremmo scoprire che tante volte siamo ottusi e ciechi, piuttosto che soli.

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