riflessioni a piovere

19 settembre 2011 di: Rosanna Pirajno

Stamattina ha piovuto, non abbastanza per abbeverare la terra come servirebbe ma sufficiente a mutare il paesaggio: palombelle bianche sul mare virato al grigio e nuvole fosche in cielo, la rocca scomparsa dietro una cortina nebbiosa, odore di erba bagnata che dal suolo sprigiona come balsamo per i bronchi. La natura fa il suo giro ma noi abbiamo sempre meno tempo e opportunità di notarlo, ce ne siamo allontanati lasciando a resistere piccole sacche di studiosi e osservatori che annotano, denunciano, avvertono dei guai a cui l’umanità va incontro a causa di comportamenti irresponsabili e volutamente ignari delle conseguenze. Ultima viene, dopo Alberto Asor Rosa che si scagliò contro gli scempi paesaggistici in Toscana, la denuncia della apprezzatissima filosofa Roberta de Monticelli che in una lettera a Repubblica avverte della deriva massacra-territorio assunta da tanti amministratori del Pd. Da sinistra non te lo aspetteresti, questo tradimento.

E’ vero che dopo il disastro di Fukushima c’è un ripensamento sulla sbandierata sicurezza delle centrali nucleari, che in Francia ne dichiarano inagibili e ne chiudono ben otto e da noi l’argomento sembra accantonato. E’ vero anche che l’Italia conquista il primo posto nel mondo per la produzione di energia da pannelli fotovoltaici, in quantità equivalente ad una centrale nucleare, dicono, a dimostrazione che lo sviluppo delle fonti alternative è possibile e auspicabile. Ma è pur vero che si insiste, in alto loco e senza sentire ragioni, sulla costruzione di opere faraoniche e non esattamente utilissime di cui la Tav in Val di Susa e il Ponte sullo Stretto sono gli emblemi più macroscopici.

Ora pare che l’opposizione politica, Sel, Idv e Pd per il momento, si stia ricompattando per un progetto comune sulle parole-chiave «lavoro, libertà, sviluppo», al momento dati vacillanti nella democrazia notevolmente imperfetta che stiamo vivendo. Ora, a questo doveva servire il mio incipit bucolico, a ricordare (se mai leggessero le nostre righe) ai politici a cui guardiamo che “sviluppo” è una parola, una idea, un progetto, un obiettivo scivoloso se non coniugato con natura, ambiente, biodiversità, sostenibilità, compatibilità, comunità, progresso, partecipazione, limite e finitezza e chissà che altro.

Sviluppo e basta, non ci basta.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement