Selezioni naturali mediatiche

2 settembre 2011 di: Elena Ciofalo

Spesso si usa la figura retorica dell’“elefante in salotto” per connotare qualcosa, un argomento, ingombrante, fuori luogo e prevalentemente ignorato.

Ebbene, in barba alla sua natura metaforica, l’elefante in salotto sembra esistere davvero. E non si trova in un salotto qualsiasi, ma anzi lo si può avvistare in circa trenta milioni di salotti italiani: la televisione.

La televisione, tivù, tivì, tele, tv, mezzo di comunicazione di massa capace, al suo esordio, di modificare l’assetto del sistema mediatico più di altri media, è ormai ai giorni nostri un ingombro superfluo e per lo più ignorato.

Mentre la radio viene accesa di mattina e ci informa delle notizie del mondo proponendoci programmi corali e articolati, mentre con internet ci si indirizza direttamente verso il campo o i campi d’interesse, con la televisione è molto più facile perdersi in un consumo passivo e accollarsi tutto ciò che ci viene propinato, sospendendo il giudizio critico e manipolativo rispetto ai messaggi mediali ricevuti più che con ogni altro mezzo di comunicazione.

Insomma, priva dell’umanità tipica della radio, povera rispetto alle infinite possibilità della rete, la specie televideo televisionis dovrebbe essere eliminata per selezione naturale.

E invece ciò non accade. Qual’è la sua caratteristica genetica vincente?

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