Parigi, il sole e le rivoluzioni d’Ottobre

18 ottobre 2011 di: Laura Giambruno

Il 15 ottobre come in ogni altra parte del mondo los Indignados hanno riempito le piazze. E così anche les Indignés ieri, immersi in una rara giornata di sole che faceva vibrare ancora di più le coscienze, hanno riempito i centri nevralgici di Parigi, tra cui la storica Bastille, per concentrarsi a Hotel de Ville dove si è svolto un indignamento generale e partecipato senza tafferugli nostrani causati da chi e da cosa rimane per tutti un mistero (o forse no?).

Mentre Les Indignés marciavano, gridavano, riempivano le strade di manifesti (ancora ieri notte una cintura di manifesti in rosso circondava la Bastille) e gridavano il loro sdegno, un gruppo di africani manifestava l’orgoglio per la propria storia e cultura, non sempre apprezzata, a Chatelet con musica, grida e generale allegria.

Un paio di settimane fa i controllori dei sistemi pubblici parigini e dell’Ile de France hanno manifestato per delle aggressioni dirette verso uno di loro. Di conseguenza hanno reagito nella maniera più comprensibile alla gente e quindi più fastidiosa: una riduzione consistente di mezzi pubblici.

Da quando visito la Francia, i ricercatori francesi e gli studenti manifestano contro la riforma universitaria portata avanti da Sarkozy. Anche loro si fanno sentire e non poco, con l’occupazione delle università, delle piazze fino ad arrivare all’occupazione dei binari dei treni.

I miei studenti hanno protestato e anche calorosamente contro di me quando durante la prima lezione sono arrivata con dieci minuti di ritardo per cause organizzative.

In Italia si è anche manifestato ma nel modo sbagliato, almeno da parte di qualcuno che ha trasformato lo sdegno in violenza. Allora mi chiedo- e si saranno dati risposta evidentemente (sbagliata) los violentos di Roma- se  con un governo che fa le cose peggiori ma che nonostante tutto, non cadrà mai, l’unico modo di fare sentire la propria voce in Italia non sia proprio quello di trasformare lo sdegno in azione, un azione assolutamente non violenta ma che sia per lo meno Azione, cioè fare qualcosa, non stare come in Italia siamo soliti fare.

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