Il cantante Ramazzotti non va per il sottile

10 novembre 2011 di: Daria D'Angelo

Cantare alla corte di un dittatore per soldi. Molto criticato Eros Ramazzotti, il cantautore italiano che si è esibito a Tashkent, la capitale dell’Uzbekistan. L’Uzbekistan ha una pessima fama nel mondo per il rispetto dei diritti umani. Human Rights Watch lo considera il governo «tra i più repressivi, assieme a Corea del Nord e Birmania». Secondo Amnesty International gli arresti arbitrari e le uccisioni sono all’ordine del giorno, e spesso avvengono in maniera brutale. Due anni fa Sting partecipò alla stessa identica manifestazione per la modica cifra di quasi due milioni di sterline e fu messo letteralmente all’indice dalla stampa. Lui che si era sempre proclamato difensore dei diritti umani. Le associazioni dei diritti umani invitano Ramazzotti a non suonare e a devolvere i soldi del cachet in beneficenza.

«E perché noi dovremmo sospendere un concerto che si tiene in un teatro alla presenza di 1.500 persone? — si chiede Maurizio Salvadori manager della Trident, l’azienda che seleziona gli eventi per Ramazzotti. «L’Uzbekistan è un Paese riconosciuto dalle Nazioni Unite con cui l’Italia intrattiene relazioni diplomatiche. Non spetta a noi stabilire se è da mettere al bando oppure no».

Il punto, infatti, non è solo se sia giusto o no fare affari con dei dittatori, ma quali sono, veramente, i rapporti di questo Stato con l’Italia. Proprio il I° settembre l’avv. Giorgi – esperto in relazioni internazionali che ha svolto in Uzbekistan l’incarico di osservatore alle elezioni presidenziali e parlamentari e ha tenuto varie conferenze internazionali – Preside dell’Urse (Unione Regioni Storiche Europee) – ha scritto l’apologia di questo stato. Per celebrare il 20° anniversario dell’Indipendenza ha dichiarato che i rapporti commerciali e culturali tra L’Uzbekistan e l’Italia negli ultimi anni si sono molto rafforzati, grazie al lavoro delle rispettive Rappresentanze Diplomatiche. Che pensare? Che politica e coscienza non sono la stessa cosa, e non si può resistere a compensi economici tanto alti, da chiunque provengano?

Solo un commento all’accaduto mi ha veramente convinta e un po’ consolata: «Ramazzotti è un’arma impropria se debitamente usato…certo che quando attaccherà con “natoooo ai bordiii di periferiaaaaa…” il dittatore si auto defenestrerà senza colpo ferire».

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