la ballata dei fratelli Lombardo

14 dicembre 2011 di: Anna Trapani

Nella politica siciliana cambiano i protagonisti ma lo scenario resta uguale. Eccoci così a parlare dei fratelli Lombardo: l’uno, Angelo, deputato a Roma, l’altro, Raffaele, Presidente della Regione Siciliana. L’archiviazione dall’imputazione di concorso esterno in associazione mafiosa c’è stata, ma le pagine dei magistrati Zuccaro e Patanè sono una miniera di notizie. Nel preambolo della richiesta di archiviazione, 30 pagine che portano la data del 26 ottobre 2011, si dice pure del reato di corruzione elettorale, più noto come “voto di scambio”, reato di cui i due fratelli sono imputati e la prescrizione arriverà nell’aprile del 2014. I due pm partono dalle intercettazioni del capomafia Vincenzo Aiello e dell’autonomista Giovanni Barbagallo. Viene portato alla luce il presunto contributo elettorale dei Santapaola ad Angelo Lombardo per le elezioni del 2008. Il capomafia precisa che in tal modo l’aiuto è stato dato anche all’altro fratello.

Pare che in occasione delle elezioni, il clan Santapaola abbia sborsato un bel po’ di soldi per ottenere poi un voltafaccia da parte di Raffaele Lombardo dopo la nomina a Presidente della Regione, rendendosi di fatto inavvicinabile. I pm Zuccaro e Patanè citano anche i verbali del pentito Gaetano D’Aquino in cui si dice che: «era assolutamente certo che Angelo Lombardo è amico di tutta la malavita di Catania…Raffaele Lombardo non mi sento di dire che è amico della malavita di Catania, Angelo Lombardo al 101%». Dall’esame delle carte pare di poter dividere l’operato dei due fratelli, dato che Angelo ha mantenuto anche dopo le elezioni del 2008 i suoi contatti con la malavita organizzata, mentre nulla di sicuro si evince allo stato dei fatti per Raffaele che si è tenuto più defilato. I pentiti non hanno parlato di impegni presi dal più influente fratello nei confronti dei clan. Il fratello Angelo non ha poteri decisionali e in ogni caso deve far capo a Raffaele che, secondo le parole del pentito Aiello, «si è messo nelle mani degli sbirri». Ma le conoscenze e le amicizie non si possono nascondere e lo stesso Presidente ha ammesso di conoscere Raffaele Bevilacqua, uomo politico ennese e imputato in vari procedimenti penali. Ciononostante, scrivono i due pm, non si può affermare che tra i due ci sia stato qualche accordo.

Ma nell’agenda di Bevilacqua si trova un appunto: «ore 8 da Raf…dire a Raf a chi fare domanda per aeroporto». Lombardo a tal proposito ha precisato che si trattava di trovare un impiego all’aeroporto per il figlio del boss. I pm concludono, dopo aver visto la carenza del quadro probatorio a carico dei due fratelli, con un esame più vasto della mafiosità dilagante nella società siciliana; parlano, infatti, di «una fascia di elettori appartenenti a classi sociali più elevate che stringono perversi accordi con la consorteria mafiosa o con i politici, nella prospettiva di conseguire a loro volta profitti ingiusti e quella ben più numerosa cerchia di elettori che, versando in precarie condizioni economiche, svende un diritto politico fondamentale, il proprio diritto di voto, in cambio di modeste somme di denaro o di altre irrisorie utilità». Cosa dire davanti ad un esame così puntuale della società in cui ci troviamo?

2 commenti su questo articolo:

  1. Paolo.R scrive:

    Seguo il vostro sito con molta attenzione, mi piace Anna Trapani che con semplicità e scrittura lineare ci fa vedere tutte magagne( chiamiamole così) per non dire parole pesanti della classe dirigente di Palermo, questa dei due fratelli è proprio uno spasso, anzi sarebbe uno spasso se non fossero i nostri capi…

  2. anna trapani scrive:

    Gentile Paolo R.
    la ringrazio per il suo apprezzamento e la invito a continuare a seguirci perchè noi continueremo a stare sulla notizia informandovi sui fatti come meglio sappiamo.

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