nun te regghe cchiù, politicume

16 dicembre 2011 di: Daria D’Angelo

Come ormai noto, il giorno 21 settembre 2011 il Deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori aveva proposto l’abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, affermando che tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono (…dovevano) versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. Risultato: hanno votato “sì” 22 – hanno votato “no” 498. A proposito del vitalizio percepito dai parlamentari, dopo ridicoli periodi di permanenza anche virtuale in Parlamento, è esteso ad eventuali vedovanze con reversibilità di importi mai percepiti da un pensionato “normale”; siamo ora tutti in attesa di capire se questo scandalo avrà fine. Speriamo che la commozione del ministro Fornero, mentre parla dei sacrifici dei cittadini italiani che stanno di nuovo per pagare l’alto prezzo di questa crisi, segni la fine dell’insensibilità verso sentimenti, umori e difficoltà del nostro Paese.

Gli Italiani sono ancora arrabbiati per i bonus generosi che si sono distribuiti i politici, senza alcun pudore: indennità, vitalizi, rimborsi, collaboratori spesso pagati in nero, pasti semi-gratuiti, uffici semi-privati affittati nel centro di Roma a spese dello Stato, facilitazioni di varia natura. Sanno che molti politici hanno avuto una concezione privata della loro funzione e se ne sono serviti per meglio perseguire i loro personali interessi, e lo notano ancor di più ora che, in piena congiuntura economica, viene chiesto loro di stringere la cinghia. Esistono ancora valori, e non solo quelli finanziari, ma i politici hanno dimenticato subito che avrebbero dovuto rendere conto dei voti ricevuti e provare la loro affidabilità: per molti è stato marginale una volta “saliti” all’onore dei benefit.

Le varie manovre non devono prescindere dalle misure che dovrebbero essere adottate, per spegnere la rabbia e il disprezzo che molti ormai provano per coloro che li hanno rappresentati con tanta leggerezza. Non vorremmo essere i soli a fare sacrifici, è il momento di stare attenti alla parola “equità”, in questo paese portato allo sfascio, che sta crollando per colpa degli “speculatori della crisi”.

4 commenti su questo articolo:

  1. Paoletta scrive:

    Ho visto quel vero casino suscitato da un apprezzamento nei confronti della Fornero e mi chiedo tanto tempo e parole perchè non sorgono spontanee contro i privilegi parlamentari, per non parlare di quelli della chiesa, iniziamo ogni giorno a gridare a scrivere contro essi.

  2. ornella papitto scrive:

    Sono d’accordo con Paoletta.
    Dobbiamo gridare la nostra indignazione. Dobbiamo trattare i parlamentari per quello che sono: inadeguati, ignoranti, arroganti, presuntuosi, volgari. E dopo che ci hanno portato alla bancarotta, senza nessuna dignità, ancora continuano con il mantenimento dei loro privilegi.
    Salviamo la democrazia, perché qualcuno interessato di estrema destra inizia a mettere in discussione il valore della democrazia.
    Dobbiamo semplicemente e testardamente chiedere il cambiamento radicale di questa scadente classe politica.

  3. Daria il vero nostro grido è quello il titolo del tuo pezzo chi li regge più? Ma ci sono ancora, basteranno le nostre parole? Certamente no ma dobbiamo continuare a scrivere e a parlare

  4. Daria scrive:

    Infatti, se anche le nostre parole non saranno sufficienti a mandarli via, è bene non demordere e insistere sottolineando l’ignoranza e la grettezza di certi personaggi e ribellandoci ai benefit di cui godono, senza tralasciare il manto di “Madre Chiesa”, che continua a coprire senza scrupoli privilegi e scandali .
    Grazie a tutte.

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