è tempo di seguir virtute e canoscenza

25 gennaio 2012 di: Rosanna Pirajno

Maruonna, che avvilimento! Questo mi viene da dire dopo la visione del programma, documentatissimo e perciò avvilente, “Presa diretta” di Riccardo Jacona su Rai3, uno dei sopravvissuti alla pulizia etnica del servizio ex pubblico. Questa volta l’argomento era lo smaltimento dei rifiuti della capitale, la discarica esaurita e le nuove che stanno per aprire in siti che non vorrebbero accoglierle, perché troppo vicine ad abitazioni, siti archeologici, falde acquifere, perché distruggeranno aziende agricole produttive e paesaggi agrari oramai rari e preziosi, perché – ed è l’obiezione più potente e perciò più inascoltata – le discariche sono obsolete dannose irreversibilmente distruttive di beni come acqua e terra e sono vietate dalla comunità europea, perché è dimostrato da chi le ha superate – vedi la ricca e consumista San Francisco che il sindaco Alemanno aveva preso a testimonial del suo inattuato programma – che si può raggiungere il 78% di differenziata e che si può smaltire senza fare danni, anzi guadagnandoci, il 20% che va trattato con tecnologie più appropriate della discarica e dell’inceneritore.

La cosa avvilente, in tutto questo percorrere un’Italia bellissima e violentata, è constatare la sordità, la malafede alimentata da ignoranza, di amministratori di ogni colore politico che insistono su posizioni distruttrici dei propri territori, in nome di obiettivi impropriamente assimilati a “progresso e posti di lavoro” anche quando sono pure troppo evidenti le perdite – di altrettanti posti di lavoro e di “saperi” in agricoltura, pastorizia, artigianato, ma anche di bellezza, salute, quiete – e le degenerazioni che investono territori già provati da eccessi di pressione antropica e costrizioni che ne indeboliscono le capacità di assorbimento.

Ma un’altra grave perdita si deve conteggiare in questa forsennata corsa a costruire, cementificare, impermeabilizzare, assoggettare suoli a funzioni in contrasto con la natura che le è propria – di terra alveo argine duna e altro – ed è la perdita oramai definitiva del senso del limite umano, da leggersi sia in senso fisico di limen, soglia, margine di separazione da un sistema ad un altro con caratteri e forme differenti, sia in senso filosofico di grado ultimo di conoscenze oltre le quali si apre l’ignoto, il rischio, l’imprevedibile. Forzare la mano per dimostrare audacia e spregiudicatezza, ha portato il comandante Schettino e i suoi sodali al sacrificio di passeggeri e della nave che pilotava, e con molta probabilità dell’incolpevole sito sul quale si è schiantato, ma non solo. Autorizzare l’edificazione di un enorme outlet subito dopo aver subito l’alluvione che ha devastato le Cinque Terre, significa  “regredire” in una zona grigia in cui dominano azzardo, incoscienza, arroganza, ignoranza e anche peggio. Cos’altro deve fare la natura, oltre rivoltarsi con “bombe d’acqua”, frane, alluvioni e distruzioni, perché gli umani capiscano che non è più tempo di azzardi e forzature, ma di riflessione e “canoscenza” dei beni e delle risorse che maneggiamo con troppa, catastrofica, superficialità?

8 commenti su questo articolo:

  1. Paolo.R scrive:

    Gentle Rosanna, so che lei è un’ambientalista convinta, mi piace la forza e la leggerezza della sua scrittura, ma sono sicuro che i tempi non sono pronti per l’ambiente, tutti si spaventano davanti ai tradimenti che noi facciamo a nostra madre terra ed allora invece di affrontare scappano, dobbiamo aspettare una catastrofe biblica perchè la gente si renda conto, continuiamo a parlare ma non è giunto il momento perchè la gente capisca!

  2. Alice scrive:

    sono in sintonia con Paolo, vedo anche come sul sito gli articoli sull’ambiente non vengono commentati letti ed evitati, siamo con l’acqua alla gole e temiamo un naufragio alla Schettino,allora cosa fare? per me c’è una sola strada:continuare!

  3. rosanna pirajno scrive:

    a Paolo ed Alice, che apprezzano che si parli di ambiente ma che sono – come me – scettici sulla considerazione rivolta ai rischi di un possibile naufragio, dico di continuare – per piacere, non smettete! – a leggere e seguire coloro che ne parlano, ovunque e comunque, per non lasciarli isolati o addirittura evitati dai tanti che continuano a preferire i “consigli per gli acquisti”, grazie dei commenti.

    • Dee scrive:

      scivre:più che uno zaino è un paracadute…bhe le tue avventure non finiscono mai , mi raccomando sempre adventure

  4. antonella scrive:

    cara rosanna pirajno non credo neanche che tanti evitino di parlare dell’ambiente per seguire i consigli per gli acquisti, evitano di parlarne perché hanno la paura inconscia di agire male nei confronti della madre terra, insomma per imbarazzo e senso d’impotenza si resta immobili.

    • Rosanna Pirajno scrive:

      non sono tanto convinta che si taccia per imbarazzo, magari per senso di impotenza si, ma perché tacere se nel baratro ci si va a finire tutti?

  5. Shela scrive:

    io c'ero e rarocditi come ti urlavo su quegli strappi forza stefano!!! fai un piccolo sforzo di memoria, ci incontrammo prima e dopo la gara, parlammo insieme, correvamo nelle categorie giovanili insieme tu battagliavi con il mio capitano celestini.

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