il ritorno (possibile) della verità

10 gennaio 2012 di: Rossella Caleca

Non c’è nulla di maggiormente confortante, in questa triste, collettiva e finale resa dei conti, del disincanto che stiamo vivendo. L’impatto con la realtà, l’emergere netto, dalla nebbia di decenni di mistificazioni, di una situazione economica e sociale peggiore di quella che credevamo, e l’impossibilità di tergiversare sul disastro, sono i presupposti del ritorno alla lotta politica autentica: un confronto fondato sull’affermazione di valori e orientamenti fondamentali irrinunciabili, ma anche sul rispetto di quelli degli avversari; su progetti di ampio respiro e proposte concrete; sulla ricerca di un accordo, sulla base di norme condivise, per il bene comune.

La politica, insomma: l’unica alternativa trovata dall’umanità alla violenza individuale e collettiva, come la democrazia è l’unico metodo, pur limitato e imperfetto, finora inventato per consentire la partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica. Perciò non c’è nulla di più politico di questo governo tecnico, che sta attuando provvedimenti che a molti di noi non piacciono, ma lavora, nella legalità, sulla realtà dei fatti, e su questi può essere contrastato: e non c’è stato maggior rispetto per la sovranità popolare di quello espresso dal presidente Napolitano nella gestione della crisi.

Solo adesso siamo usciti dalla violenza di questi ultimi anni, in cui mai noi cittadini siamo stati sovrani: perché lo scopo e il risultato della demagogia, della menzogna elevata a sistema, dell’imbonimento e del rimbambimento di almeno metà degli italiani attuato con le più raffinate tecniche e con il più vasto dispiegamento di mezzi, anche illegali, è stato consentire ai ricchi di derubare impunemente i poveri, ai ladri di prosperare a scapito degli onesti, senza suscitare la rivolta sociale e la perdita definitiva di consensi che diversamente ci sarebbe stata.

Per questo è importante che l’indignazione, l’urgenza dei bisogni, la voglia di un cambiamento radicale, non sfocino in nuove mistificazioni, in una bolla demagogica uguale e contraria; la cosiddetta “antipolitica”, piuttosto che un nuovo e originale metodo per la realizzazione del bene comune, può diventare una rampa di lancio di strategie, non nuove né originali, per l’affermazione di un’ennesima versione della legge del più forte.

6 commenti su questo articolo:

  1. annachiara scrive:

    E’ importante non che tutto torni come prima, ma non come il passato periodo, ma come un prima sognato dove la politica sia fatta di donne ed uomini seri che sentono dentro di loro come motore principale un’ideologia sostenuta non dagli opportunismi.

  2. Silvana scrive:

    Rossella sai quanto mi piacciono le cose che scrivi, ti ho voluta con noi perché sei brava e stimolante, quest’articolo poi mi pare fra i più lucidi ed anche senza toni pomposi pieno di grandi speranze, ho voluto scriverti perché le parole restano e la scrittura conclude il pensiero positivo.

  3. Giuseppe scrive:

    E’ interessante il rovesciamento di prospettiva, per cui nel governo “tecnico”, libero dall’imbonimento televisivo e dalla schiavitù del consenso, ci sarebbe più politica che in quello “politico”.
    Purtroppo il governo avulso dalla televendita demagogica si regge comunque sui voti di quelle stesse solite forze che in buona parte sono ben liete di fargli togliere le castagne dal fuoco mentre preparano nuove strategie di cattura del consenso. E’ notizia di ieri la doppia doccia fredda del salvataggio di cosentino e della bocciatura del referendum sul porcellum, la peggior legge elettorale del mondo; dimostrazione del fatto che, se al governo ci sono dei buoni onesti borghesi (ma tutti onesti? e Malinconico?), in parlamento siedono le stesse persone che prendono ordini, da chi ci ha scippato della democrazia. Questi eventi non possono che ampliare il solco tra cittadini e istituzioni: chi ha voglia di andare a votare di nuovo con una legge che ti consente al massimo di scegliere il boss, che a sua volta nomina il tuo parlamentare con criteri solo a lui demandati? Io no, per esempio.
    Questo distacco è tanto più pericoloso in quanto non pare che nelle suddette forze ci sia una intenzione di colmarlo (la lega che salva il presunto camorrista!!!), al popolo scippato della rappresentanza rimangono i forconi, o, come capita spesso in Italia, la fuga nel nuovo, nell’antipolitica e invariabilmente nell’uomo forte apparentemente sciolto dal passato che prometta di risolvere i problemi al nostro posto. Perché come diceva Monicelli “agli italiani piace che qualcuno pensi al loro posto; poi, quando le cose vanno male, ma veramente male, lo appendono per i piedi”.
    Ecco, non vorremmo vedere più né l’inizio né la fine di simili “soluzioni”.

  4. Rosa Maria scrive:

    Carissima Rossella,
    no,davvero non ce la faccio ad essere così ottimista. D’accordo sul fatto che se lo sfacelo di una situazione economica già non rosea è una grave colpa del governo Berlusconi, la colpa maggiore risiede nella corruzione dei costumi e delle menti della nostra gioventù. Che l’apparire sia divenuto più importante dell’essere, che la mistificazione della verità sia ormai un fatto quotidiano, che nessuno si scandalizzi più di fronte al tradimento di valori cardini quali onestà, correttezza, dignità, che la partitocrazia sia ormai la norma, è la triste realtà della nostra società. La notizia sul risultato della votazione alla Camera riguardo l’arresto di Cosentino mi ha fortemente delusa, quasi addolorata per il suo significato. E’ tornata a crescere la paura che sia tutto, anche questo nuovo governo, una mistificazione. Ed allora mi è tornata in mente una delle frasi che ai miei tempi di liceale scrivevamo sulle pagine del diario “LA VERITA’ TI FARA’ LIBERO , MA PRIMA TI FARA’ SOFFRIRE”. Mi è tornato in mente il duro lavoro di guardarsi dentro per scoprire chi siamo, che noi della nostra generazione, abbiamo fatto nel periodo dell’adolescenza. Quel guardarsi dentro, nel profondo delle pieghe dell’animo,che porta a non nascondersi più nulla, a non aver più paura di quello che si è, a non dare più valore al giudizio che gli altri danno sulla nostra vita, ad essere appagati perché si è intrapresa una avventura:la vita con gli altri. Da vivere con tutte le emozioni possibili, dalla gioia aldolore, dall’angoscia all’esaltazione, ma sempre con amore e verità. Ed allora l’augurio che mi nasce spontaneo nel cuore per i nostri giovani è che anche loro possano sperimentare quella dura e dolorosa ricerca della verità che permette l’assoluta libertà. Quella mentale.

  5. rossella caleca scrive:

    Ringrazio tutti, in particolare Silvana per le belle parole di stima e affetto per me; i vostri commenti sono tutti profondi e stimolanti, ciascuno apre un diverso spazio di riflessione sul rapporto tra libertà, etica e politica. Nonostante le recenti cattive notizie, io continuo a credere che ci sia oggi una reale possibilità di cambiamento.

  6. maria scrive:

    “LA VERITA’ TI FARA’ LIBERO , MA PRIMA TI FARA’ SOFFRIRE”. Mi è tornato in mente il duro lavoro di guardarsi dentro per scoprire chi siamo, che noi della nostra generazione, abbiamo fatto nel periodo dell’adolescenza. Quel guardarsi dentro, nel profondo delle pieghe dell’animo,che porta a non nascondersi più nulla, a non aver più paura di quello che si è, a non dare più valore al giudizio che gli altri danno sulla nostra vita, ad essere appagati perché si è intrapresa una avventura: la vita con gli altri. Da vivere con tutte le emozioni possibili, dalla gioia al dolore, dall’angoscia all’esaltazione, ma sempre con amore e verità. Ed allora l’augurio che mi nasce spontaneo nel cuore per i nostri giovani è che anche loro possano sperimentare quella dura e dolorosa ricerca della verità che permette l’assoluta libertà. Quella mentale.
    Replica Cara Rosa Maria ripeto le tue parole, perchè io non potrei dirle meglio, ti ringrazio di aver espresso così bene quello che io penso

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