I’m Going to Change My Name: l’universalità dell’adolescenza

9 gennaio 2012 di: Elena Ciofalo

Cambierò il mio nome…cambierò la mia identità, i miei sentimenti, il mio rapporto con me stessa, così da conquistare finalmente un’identità, diventare finalmente donna.
Il percorso tracciato da I’m Going to Change My Name, film promosso dal Torino Film Lab per la ventinovesima edizione del Torino Film Festival, tocca le tematiche universali del mondo giovanile attraverso la storia individuale di Evridika, un’adolescente dimenticata e non compresa dalla madre, alla ricerca di suo padre e immersa nell’esplorazione di se stessa, della sua fisicità e dei suoi sentimenti.
I’m Going to Change My Name, ispirato dal romanzo “Coin Locker Babies” di Ryū Murakami, è il secondo lungometraggio della regista armena Maria Saakyan.
Premessa, formulata con modestia dalla cineasta armena in occasione della proiezione del lavoro al Torino Film Festival, è che si tratta di un work in progress, passibile di critiche e cambiamenti (un po’ come la ragazza protagonista). La temporalità è il primo elemento a denunciare l’incompletezza del lavoro. “Il passato, come il futuro della protagonista si incontrano nel tempo presente della narrazione” spiega Maria Saakyan, introducendo un’operazione non del tutto completata nella pellicola. Inoltre l’eccessiva presenza di tematiche e suggestioni, più occupate a creare atmosfere e stimolare gli stati d’animo degli spettatori che a narrare una storia compatta, è il secondo difetto di un film in cui una storia profonda e semplice è appesantita dall’esigenza di mostrare troppi elementi senza luogo né tempo.
Tuttavia il difetto diventa anche pregio, in quanto la ricerca di spazi e luoghi suggestivi è capace di creare dei momenti di emozione pura. Due sono gli esempi dell’intimità della ragazza elevata a suggestione cinematografica: la ninnananna all’albeggiare che Evridika canta al padre-amante, in cui è quasi avvertibile l’odore della terra che si risveglia fuori dalla finestra, e il battesimo della protagonista a nuova creatura quando si immerge nelle acque del lago e ne riemerge come figura astratta, finalmente donna.

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