in memoria di Vicenzo Consolo

23 gennaio 2012 di: Francesca Traìna

Era nato a Sant’Agata Militello nel 1933. Se ne va quasi con il “sorriso dell’ignoto marinaio”, la Sicilia nel cuore, la nebbia di Milano a fargli da ultima cornice. Ci aveva incantato con la sua scrittura singolare, una narrazione intrisa di immagini e di colori come solo può esserlo un’opera pittorica o la poesia. La sua incessante ricerca linguistica intreccia legami tra la memoria storica ed il suo contemporaneo disfacimento, tra la più alta tradizione letteraria e le infinite sfumature del dialetto siciliano. In tutto questo vive sempre l’appassionata interrogazione del passato e di ciò che esso è divenuto nel presente, nell’oggi carico di violenza e capace di distruggere forme di vita secolari. Così la Sicilia superba e affascinante, struggente di colori, profumi e bellezza può improvvisamente dissolversi nel decadimento e nell’annullamento dei suoi stessi colori, profumi, bellezza. Una contraddizione estrema, intensa, vivida e dolorosa resa in un plurilinguismo di straordinaria forza e in grado di disvelare il presente. Tra le sue opere, poche in realtà, ma sufficienti a darci l’essenza della sua anima di scrittore, mi piace ricordare: Lunaria, Retablo, Le pietre di Pantalica, Notte tempo casa per casa. Sono tracce indelebili di esperienze umane e letterarie che affondano in una realtà intatta e silenziosa per contrastare, in modo stridente, con un mondo votato al chiasso e alla bagarre, con un tessuto sociale disgregato che tiene la Sicilia in una sorta di trappola mortale.

Lo ricordo infine per l’impegno politico, civile, sociale.

5 commenti su questo articolo:

  1. Adele scrive:

    un grande scrittore, è giusto ricordarlo per quello che ha scritto ma anche perchè era un siciliano che si è fatto stimare al nord.

  2. rita Annaloro scrive:

    Purtroppo la sua “altezza” letteraria non lo ha reso popolare, ma la qualità della sua opera lo farà ricordare a lungo.

    rita Annaloro

  3. Maria Grazia scrive:

    Scrittore raffinato per essere popolare, la poesia infatti non lo è, e la sua scrittura, bene dice francesca, è capace di dare immagini e si avvicina alla poesia. ha dato lustro alla Sicilia; siamo una terra terribile ma che ha dato i natali a scrittori e scriitrici di valore e almeno di questo dovremmo essere orgogliosi.

  4. Clara Margani scrive:

    Mi ricordo ancora l’incanto che mi prese leggendo “Il sorriso dell’ignoto marinaio”. Lo avevo comprato attirata dalla riproduzione sulla copertina del “Ritratto di uomo” di Antonello; un ritratto che mi ricordava forse un uomo che mi piaceva per quel suo sorridere ironico e accattivante. Poi fui presa dalla prosa di Consolo così ricca di immagini e di colori, come dice giustamente Francesca Traìna; un modo di scrivere che io definisco ’siciliano’ e che è comune a tanti vostri scrittori. La sua morte mi rattrista davvero.

  5. Guido scrive:

    Hai saputo trovare parole belle e significative per ricordare Consolo. Uno scrittore che resterà nel ricordo e nei suoi libri. Molto bella l’immagine dell’ignoto marinaio che hai evocato opportunamente. Ciao francesca.

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