la politica, e i politici, che vorremmo

17 gennaio 2012 di: Ornella Papitto

A Mezzocielo, l’anno 2012 è iniziato anche con il confronto sui candidati politici a Palermo. Luca, Rita o Antonella? E’ anche una scelta di genere. Noi donne siamo in grado di fare una politica differente da quella di sempre? Una politica che si basi sul “fare bene” le cose, come ci invitava a fare Alessandro Manzoni, circa duecento anni fa.Una politica che tenga conto della ricaduta su tutta la comunità, come fanno le donne quando “portano avanti” la famiglia. Una politica che sappia rendere conto e quindi essere giudicata per gli impegni presi e non per i desideri da soddisfare per il futuro. Una politica che tenga conto del reale e non dell’irreale, dell’illusione. Che tenga conto del possibile e non dell’impossibile. Una politica fondata e non infondata. Non tollero più vedere la povera signora illusa che chiede “nu pustiucieddu” per suo figlio, solo perché ha votato un politico alle elezioni comunali. Non tollero più vedere la faccia del politico interessato, guardare la signora con aria di sufficienza e voltarle le spalle, seccato. Non tollero più guardare la faccia della signora, delusa e umiliata.

Voglio una politica basata non sulla piramide d’Egitto, ossia tanti elettori che cercano voti per un solo eletto e un solo eletto che ricambia solo qualche fortunato elettore della piramide d’Egitto. Voglio una politica che non risponda solo agli interessi personali di poche persone, ma una politica il cui operato ricada sulla più ampia popolazione, a prescindere dal voto espresso. Voglio una politica fondata su atti trasparenti, verificabili, valutabili. Voglio una politica seria e non burlesca. Voglio una politica accurata e non pasticciona. Voglio una politica che tenga conto della democrazia, basata sul rispetto degli interessi del popolo elettore e non unicamente degli interessi della élite politica. Voglio una politica che non ci divida, come hanno fatto sempre gli uomini, in donne di destra e donne di sinistra, donne brutte, donne belle, donne stupide e donne intelligenti, donne ricche e donne povere… ma purtroppo glielo abbiamo permesso anche noi.

Noi donne gli abbiamo consentito di fare il loro gioco: continuano a giocare a “braccio di ferro” e sappiamo bene che con tale gioco si rimane sempre allo stesso punto. Una volta vince uno, una volta l’altro. Poco cambia realmente. Voglio una politica dove le donne non imitino gli uomini. Non li scimmiottino. E’ possibile ottenere tutto questo? Si. Basta, ogni volta, ribadire cosa ci piace dell’azione politica e cosa non ci piace e gridarlo a piena voce. Dobbiamo cercare soluzioni alternative e migliori. Siamo state sempre brave in questo. Lo siamo, semplicemente, da seimila anni. Quindi, è sufficiente essere noi stesse.

10 commenti su questo articolo:

  1. Alice scrive:

    Quello che manca, e mi dispiace molto, è un gruppo di donne all’altezza… degli uomini meglio non parlarne!

  2. maria scrive:

    Inoltre quello che manca, è una maggioranza di donne che votino altre donne.
    Quello che manca, è una maggioranza di donne che scelgono di sostenere altre donne, che lottano contro tutte le ingiustizie. SEnza cuota rosa

  3. margherita. c. scrive:

    L’ ho detto altre volte: fin quando le donne considereranno le donne solo rivali il mondo andrà a rotoli dagli uomini bisogna apprendere una sola cosa la solidarietà, per non parlare dell’omertà!

  4. ornella papitto scrive:

    Cara Alice, le donne all’altezza ci sono, eccome. Solo che si guardano bene dal fare politica attiva. Il tempo è nostro tiranno. Se le giovani donne cercassero uomini con i quali potessero vivere una relazione di reciprocità, salterebbe quella brutta e stantia divisione del lavoro maschile e del lavoro femminile. Forse così le donne potrebbero partecipare attivamente alla politica.

    Cara Maria, noi donne dobbiamo conquistarci la fiducia e la credibilità delle altre donne, ma soprattutto degli uomini. Alla manifestazione di “Se non ora quando” dell’11 febbraio dell’anno scorso gli uomini erano presenti in massa. Eravamo uniti.
    Le quote rosa non mi hanno mai convinta: ci facciamo trattare come i politici trattano le persone portatrici di handicap che partecipano ai concorsi, con una percentuale stabilita a priori! Chiedo subito scusa a chi è portatore di handicap, ma sono certa che mi comprenderà. Inoltre detesto la definizione “diversamente abile”. E’, per me, offensiva ed escludente. L’handicap, per me, non è una diversità, ma una differenza.

    Cara Margherita C. il gioco della rivalità l’ha inventato l’uomo. Ho sempre cercato alleate, e le ho sempre trovate. A volte qualche donna non mi piace, per il modo di pensare o di comportarsi, ma è a prescindere che sia donna. Mi succede anche con gli uomini: ci sono quelli che rispetto e quello che non rispetto.
    Grazie e a presto,

  5. maria scrive:

    Cara Ornella e care tutte quante: ho detto senza quote rose, anche se ho usato la c; vi chiedo scusa. Spero che i miei errori grammaticale non siano d’ostacolo alla comprenzione del discorso. Volevo dire anch’io che la percentuale definita a priori mi infastidisce ,e mi umilia.

    VOrei fare delle domande: Ci sara mai una maggioranza politica di donne se ancora la più lontana o vicina donna vive una vita, o subisce una vita , che solo per alcune donne è inconcepibile e inammissibile?
    Come arrivare alla maggioranza delle donne, se la minoranza è impegnata a conquistare la fiducia e la credibilità delle altre e anche degli uomini?

    • Rosanna Pirajno scrive:

      bella domanda, ma è a questa che si cerca disperatamente di dare risposta, singolarmente e in gruppo con gli strumenti di cui dispone!

  6. ornella papitto scrive:

    Cara Maria, eccome se ci comprendiamo. Sono le idee che valgono, non la grammatica. La “politica” che ognuna di noi fa, è quella di ogni giorno, con i mezzi che abbiamo. Come afferma Rosanna.
    Lavoro in un centro di salute mentale e lì la fiducia è la prima cosa che mi devo conquistare. E non solo lì, in tutte le occasioni dove incontro donne. Lo faccio con consapevolezza, proprio per combattere quel pregiudizio che le donne sanno essere solo rivali e non conoscono la solidarietà. Da qualche parte dobbiamo pure iniziare. Ogni giorno.Ogni ora.

  7. fede scrive:

    sarei più che felice se i posti di responsabilità fossero occupati da donne.. le donne spesso hanno una maggiore intuizione, sensibilità, praticità, amorevolezza e nello stesso tempo durezza, degli uomini.. se in più sono competenti e leali possono dare un enorme contributo all’evoluzione della politica italiana….spazio alle donne!!

  8. filippo scrive:

    Io sarei ben felice che l’italia fosse governata dalle donne, almeno nelle alte cariche istituzionali…
    Ma per far ciò, sarebbe ora che le donne scendessero in piazza per prendersi quello che desiderano da tanto tempo, il potere…
    Fino ad ora hanno saputo fare, levare i mariti, o strisciare per un avanzamento di carriera, qualcuna ha saltato il muro di gomma…
    Sveglia… la torta è a portata di mano, agite, non abbiate paura, se vi sbagliate vi correggerete, ma sicuramente alla fine la spunterete…
    Sarebbe un mondo migliore con più sensibilità, grazia e gioia di vivere…
    Mi domando sempre?
    Le donne lo sanno cosa rappresentano nella società e il grande potenziale che hanno?

  9. maria scrive:

    non credo che le donne vogliano il potere, e le torte abbiamo imparato a farcele !

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