come fare affari sui sogni (e sul dolore)

19 febbraio 2012 di: Rossella Caleca

La boccettina col magico liquido blu è lì, nell’armadietto dei medicinali. Due gocce basterebbero per realizzare il mio più grande desiderio: basta metterle negli occhi, come ho visto fare in tivù…mi arrampico sullo sgabello, prendo la boccetta, ma perdo l’equilibrio e cado con gran fragore. Accorre la mamma, e fra strilli e pianti confesso: volevo gli occhi azzurri, come quelli della nonna…Così, a cinque anni, ho bruscamente imparato che il colore degli occhi non si può cambiare. Ho ripensato a questo episodio leggendo che oggi, invece, si può: in venti secondi. Un medico californiano ha ideato un procedimento per rendere azzurri gli occhi scuri: con il laser si rimuove il pigmento dall’iride, che si schiarisce fino a diventare blu; si replica così in pochi attimi un processo che in natura è durato migliaia di anni (perché, con buona pace dei razzisti vecchi e nuovi, fino a ventimila anni fa sulla terra gli uomini erano tutti neri; poi, alcuni si sono “scoloriti”: nei gruppi stanziati nel Nord Europa la selezione naturale, per motivi tutt’altro che estetici, ha favorito la diffusione della pelle bianca, degli occhi e dei capelli chiari). Intanto, la società subito fondata da quel medico è stato sommersa da innumerevoli richieste, nonostante si preveda che l’intervento, per adesso in fase sperimentale, costerà diverse migliaia di euro. In California gongolano: sarà l’affare del secolo. Che importa se non si conoscono ancora i possibili danni…

E, per qualcosa che potrebbe accadere, qualcos’altro è già accaduto. Da un anno è scoppiato lo scandalo delle protesi mammarie con cui la società francese Poly Implants Prothese ha inondato il mondo: 400-500 mila impianti prodotti con silicone industriale (proprio quello che si usa per sigillare), dieci volte meno costoso di quello medico, che aumenta il rischio di rotture ed è pericoloso per l’organismo; centinaia di migliaia di donne, in Italia da 4300 a 5000, portano queste protesi. Le notizie oggi si susseguono, sempre più allarmanti: si attribuiscono a questi impianti almeno venti casi di tumore tra donne operate al seno, due di loro sono morte; il fondatore della società è stato arrestato con l’accusa di omicidio involontario; le autorità sanitarie di molti paesi consigliano l’espianto delle protesi difettose, alcuni offrono un rimborso a spese dello Stato. Intanto, molte donne vivono nell’angoscia, fra loro le tante mastectomizzate a seguito di un tumore per cui l’impianto di una protesi è un passo del cammino per ritrovare se stesse.

Ma se è sempre vergognoso e abietto che si speculi sulla salute delle persone, è (anche) inquietante che lo si faccia, così su larga scala, sui sogni: credendosi, forse, meno colpevoli, suscitando, a giudicare da molti commenti apparsi sul web, meno indignazione: non solo le donne per cui operarsi è stata una dolorosa necessità, ma anche quelle che hanno ”fatto la plastica” al seno per inseguire il sogno che avevano di se stesse, meritano il miglior trattamento possibile, ogni garanzia, e soprattutto rispetto

7 commenti su questo articolo:

  1. bruna scrive:

    Sono contenta che si cominci a parlare di un’argomento di cui si doveva parlare da tempo molte pratiche estetiche sono pratiche lesive alcune volte inutili, grazie Rossella per aver scelto questo argomento finalmente.

  2. ornella papitto scrive:

    Troppi avvoltoi sul corpo delle donne.
    Chi doveva controllare la qualità delle protesi della ditta francese? La donna che subiva l’impianto? Perché tanta superficialità? E gli occhi blu? Cosa scopriremo tra qualche anno?
    Possibile mai che sia così difficile accettare il proprio corpo? Chiaramente escludendo le donne che non hanno altra scelta. Possibile mai che si accetti così facilmente il proprio modo di pensare che può, al contrario, danneggiarci irreparabilmente? Grazie Rossella.

  3. Daria scrive:

    Sì, Rossella è davvero un argomento da non perdere di vista.
    Escludendo chi non ha altra scelta, la chirurgia estetica rischia di diventare una dipendenza pericolosa per le persone più insicure e facilmente condizionabili, che avrebbero invece più bisogno di qualcuno che le aiuti ad accettarsi e ne potenzi l’aspetto interiore piuttosto che quello esteriore.

  4. Nicola scrive:

    Non è solo sul corpo delle donne che si specula in una famosa istituto di riabilitazione e fisioterapia con tanto di diplomi particolari mi hanno convinto all’applicazione di una macchina e di pesanti massaggi per ritrovare la schiena dei miei venti anni, ho rischiato, causa l’incompetenza degli operatori, la paralisi ed ho subito un’importanteoperazione all’estero, altro che venti ora spesso mi sento cento anni. Donne o uomini è l’essere umano che ha perduto interesse, pur di guadagnare!

  5. Silvana scrive:

    Ciao Rossella di conforto e di sconforto c’è il fatto che non è un fenomeno solo italiano ma europeo, il declassamento del corpo umano è internazionale, era proprio il caso di parlarne!

  6. Fiorella scrive:

    E’ tempo che ognuno di noi alzi la guardia davanti a certi falsi stregoni, so nel mio campo,quello della danza, di complicate operazioni al piede per farlo diventare più curvo, per non parlare di seni distrutti per farli apparire piccolissimi.brava dunque a rossella.

  7. rossella caleca scrive:

    Grazie a tutte. Sembra che questi argomenti sollecitino molte riflessioni, testimonianze dirette e indirette, e il desiderio di approfondire e discutere.

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