crescere con Shakespeare, potendo

24 febbraio 2012 di: Rita Annaloro

“Le donne poco fragili di Shakespeare”, così si intitolava la splendida drammatizzazione teatrale che ha avuto luogo a Cà Rezzonico, palazzo-museo del Settecento veneziano, nell’ambito degli eventi culturali che hanno animato il Carnevale di Venezia 2012, per la regia di Giuseppe Emiliani. Le due attrici Susanna Costaglione e Marta Richeldi hanno dato vita a Titania, la capricciosa regina delle fate di “Sogno di una Notte di Mezza Estate”, la madre di Giulietta, affranta nel suo dolore per la perdita della figlia che aveva tradito i suoi valori, Lady Macbeth coraggiosa sposa scozzese e una dama della corte di Elsinore, che ci racconta la tragica passione visionaria di Ofelia.

Vengono i brividi a vederle muoversi in quelle splendide sale, davanti a quegli arazzi e mobili antichi che chissà a quante altre tragedie hanno assistito. I versi del poeta fanno da eco al loro racconto, più complesso e coinvolgente, la tragedia diventa quasi l’antenata dei fatti del nostro tempo: una diva che cerca di manipolare la scrittura di un testo teatrale, una ragazzina visionaria che non riesce ad accettare la realtà, la madre di una giovane morta per amore, una donna senza scrupoli che farebbe qualsiasi cosa per aiutare il marito. E’ uno spettacolo semplice, inframmezzato da interventi musicali che danno il tempo alle attrici di cambiarsi d’abito e agli spettatori di muoversi da una stanza all’altra del palazzo. Sicuramente il costo degli allestimenti si limita ai costumi di scena, che possono facilmente essere noleggiati in qualsiasi altra città, ma intanto pure il futuro di questo lavoro è incerto, mi dice Marta Richeldi alla fine della rappresentazione, quando vado a complimentarla. «Con i tagli al mondo del teatro c’è poco da sperare e il problema della distribuzione degli spettacoli nelle varie sale è comunque sempre un serio ostacolo. Gli imprenditori teatrali hanno le loro agenzie di riferimento ed è difficile che scommettano su uno spettacolo come questo», afferma.

Eppure, chissà quanti musei-palazzo in Italia tornerebbero a vivere, e a farci vivere queste opere immortali, se solo gliene dessero modo.

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