diamo aria alle case, e alle cose

23 febbraio 2012 di: Simona Mafai

Ogni giorno, sotto i nostri occhi, gli aspetti esteriori della politica italiana vanno cambiando. Appaiono sullo schermo facce di donne normali, simili alle nostre vicine, che ricoprono – senza occhi bistrati né lifting – ruoli di primo piano nella vita pubblica: la giustizia! il lavoro! l’ordine pubblico! Ministri comunicano su internet i loro redditi – destando curiosità, sarcasmi e forse anche invidie. Ma almeno lo fanno! La lotta contro l’evasione fiscale ha ingranato una marcia in più. Vorrei anche citare la storica sentenza contro i proprietari degli stabilimenti eternit di Casale Monferrato (reato di omissione delle misure di sicurezza dei propri dipendenti).

Questo non vuol dire che siamo alle soglie del paradiso – tanto meno alle soglie della rivoluzione. Le differenze sociali permangono, la mancanza di lavoro è una cappa plumbea sul paese, le imposte sulle famiglie e le piccole imprese sono aumentate. E allora, perché plaudire?

Forse bisognava lavare la casa, scacciare i parassiti, prima di rinnovare l’arredo, cambiare disposizione alle stanze, buttare via mobili marciti e costruirne di nuovi? Probabilmente, sì. Ma noi, inquilini onesti di questa casa che vogliamo rendere vivibile e giusta, non possiamo contentarci di guardare e mugugnare. Dobbiamo impegnarci anche noi a sgomberare i detriti, impedire che s’incistino negli angoli più bui, spalancare le finestre all’aria pulita e a iniziative nuove. Certo: individualmente si può fare ben poco. Occorrerebbe che si rimettessero in gioco i partiti (dopo essersi lavata la coscienza); e, con i partiti, donne, uomini e giovani capaci di riconoscersi in essi e di selezionare personalità coraggiose, non ricattatorie, impegnate veramente a individuare e difendere il famoso “bene collettivo”, che a volte pare un ectoplasma: tutti ne parlano, ma che cos’è?

Potremmo cominciare con le elezioni comunali. Convocate per la tarda primavera a Palermo ed in molte grandi e piccole città, possono essere il banco di prova della volontà e della capacità nostra (se c’è!) di cominciare a costruire la macchina nuova con cui percorrere le strade del secolo.

(foto @Cristian Mancinelli)

3 commenti su questo articolo:

  1. Antonella scrive:

    Speriamo veramente che cambi qualcosa in tutto il paese e nella nostra città. L’articolo di Simona è propositivo, ma speriamo di cambiare anche noi come persone prima di tutto, per cambiare la società e la politica.

  2. Rita Annaloro scrive:

    le mode passano ed influenzano comunque il modo di fare delle persone. Speriamo che la moda del “perbene” al posto del “perbenismo” duri tanto da permettere cambiamenti proficui nello stato e nella società.
    Rita

  3. fede scrive:

    Sono sicura che qualcosa di positivo accadrà con le prossime elezioni a Palermo.. spero che a tenere le redini della città ci siano persone ONESTE e capaci.. non possiamo più sbagliare…

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