Intervento Ue: un cattivo esempio per l’Ungheria?

10 febbraio 2012 di: Luthien Cangemi

Il braccio di ferro inteso dai primi del Gennaio scorso tra L’Ue e l’Ungheria non ha dato ancora i suoi esiti ultimi. Un terzo soggetto si è intromesso come ago della bilancia: il popolo ungherese. Nei quotidiani locali si legge chiaramente che la popolazione non è disposta ad accettare le direttive economiche dell’Unione europea che indica, come soluzione ai problemi economici del paese, di adottare una politica economica che “non faccia necessariamente gli interessi del popolo magiaro”.
Questo ha chiaramente scatenato dissenso da parte della popolazione nei confronti di Bruxelles. La manovra democratica che l’Ue ha intenzione di imporre a Viktor Orban sembra non essere più del tutto sostenuta dal popolo magiaro. Serpeggia dissenso e polemiche tra gli ungheresi che, preoccupati per la precaria situazione finanziaria del paese, vedono negli appelli ai principi democratici di Bruxelles nuovi tentativi occidentali di giustificare misure rigorose e tagli finanziari ancora più determinanti per la propria economia.
Tali cambi repentini nell’opinione pubblica non giovano neanche all’opposizione parlamentare socialista – dove, tra l’altro, sono confluiti i dirigenti dell’ex Partito Comunista -, alcuni dei suoi membri rischiano di subire la retroattività della nuova Legge Costituzionale secondo la quale sono perseguibili e punibili per legge i reati compiuti durante il periodo Comunista.
L’opposizione pacifica in Parlamento non è più fattibile e l’unica via (sostiene Lmp – centrosinistra ecologica – ) sono le manifestazioni, ma anche in quest’ambito la Costituzione ha ridotto sensibilmente i diritti dei sindacati e delle reti associative. All’opposizione parlamentare, messa ormai alle strette, non rimane altro che sostenere le ingerenze Ue – di tendenza democratica – all’interno dei propri affari di Stato. La cesura che si è create in quello che era un blocco compatto d’ispirazione democratica fino a Gennaio scorso – tra magiari, esponenti dell’opposizione e l’Ue – adesso sembra profilare un nuovo percorso storico di cui ancora, col tempo, bisognerà definire i connotati.

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