splendida Salomé

1 febbraio 2012 di: Rita Annaloro

Fiamme psichedeliche salgono sulle pareti della Fenice, mentre un magnifico coro polifonico riconsegna all’aria del tempo la tragedia di Lou Salomè e dei suoi infelici amanti (Friedrich Nietsche, Paul Rée, Rainer M. Rielke) fino a quando la smilza figura di un giovane attore che impersona Sinopoli entra in scena, sollevando un po’ di polvere dalla segatura che avvolge vecchi libri e specchi che tracciano il percorso dall’entrata in platea fino al palcoscenico, dove un letto, su cui l’attore-Sinopoli si sdraia, si integra con l’orchestra, a sottolineare il carattere onirico dell’opera.

Coraggiosa ed emozionante la regia e la scenografia curata da allievi dello Iuav di Venezia, sotto la guida di Luca Ronconi, Franco Ripa di Meana e Margherita Palli: la doppia presenza in scena degli attori e dei cantanti che interpretano i personaggi favorisce la chiave di lettura psicanalitica che colloca la tragedia in un tempo irreale, anche se così legato all’Europa di fine Ottocento dove giovani donne anche di origine russa sperimentavano il difficile percorso della libertà femminile. «Studentesse Russe a Zurigo che si mettono a lavorare e smettono di essere donne» è fra i primi commenti maschili alla presentazione di Lou a Roma, in casa della contessa von Meysenbug, ma è proprio il desiderio di possedere l’eterno femminile superbamente mostrato da Lou, a gettare gli uomini ai suoi piedi.

Uomini che condividono con lei la tragedia quotidiana dell’essere sospesi tra la vita e la morte, tragedia del Superuomo, che rinnega la teologia a favore dell’antropologia, tragedia della fragilità emotiva contemporanea, che mette lacci e lacciuoli al nostro bisogno di amore. Nei quadri che si susseguono a rappresentare diversi momenti della vita di questa grande donna, limpido si leva il canto delle sue contraddizioni, grazie alla grande voce di Angeles Blancas Gulin, che ridesta in noi donne moderne il richiamo a seguire i suoi ideali di verità e libertà.

3 commenti su questo articolo:

  1. Giovanna scrive:

    Ho visto anche io alla Fenice questo splendido lavoro, concordo con R. Annaloro, nelle sue descrizioni e nel percepire le atmosfere che sono in questo spettacolo molto importante.

  2. ludovica scrive:

    Essere quella sera alla fenice fra i mille invitati era certo un privilegio perchè lo spettacolo ha superato ogni aspettativa, purtroppo non mi pare sia stata data oltre il confine di Mestre la pubblicità che meritava, sono dunque contenta che se ne parli in un sito, mi pare, napoletano.

  3. Tranquilla Ludovica noi siamo un sito di Palermo, molto più a sud di Mestre, dunque un po’ di pubblicità è stata fatta!

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