Gente di qualità

12 marzo 2012 di: Ricerca fotografica-testo di Mariachiara Di Trapani

Elizabeth ‘Lee’ Miller (1907 –1977) donna anticonformista, piena di fascino e talento è un’ artista americana dal percorso originale ed avventuroso. E’ modella, fotografa di moda, musa e collaboratrice di Man Ray, due volte moglie e madre di un bimbo, fotoreporter di guerra durante la seconda guerra mondiale. Inizia a lavorare come modella negli anni ’20 a New York . Per  la  sua intrigante bellezza diventa  “star” di Vogue che le dedica numerose copertine. I più importanti fotografi di moda la richiedono per i loro servizi.

Posando per Edward Steichen inizia ad incuriosirsi del mezzo fotografico.  Impara in fretta e diventa lei stessa fotografa  per Vogue. Si trasferisce a Parigi nel 1929 per  immergersi nel fermento artistico di quegli anni. Recita nel film “The Blood of a Poet ” di Jean Cocteau, posa per Pablo Picasso etc…e soprattutto è musa, amante e collaboratrice di Man Ray. Difficile distinguere le opere firmate da Man Ray in quegli anni da quelle realizzate da Lee. Come artista la Miller lascia un importante contributo al movimento Surrealista, è lei stessa in camera oscura a scoprire, per caso, il processo di solarizzazione delle foto.

Nel 1932, ritorna a  New York, dove apre il proprio studio fotografico, occupandosi di servizi pubblicitari e ritratti di celebrità. Nel 1942 ottiene d’essere inviata da Vogue a documentare il conflitto in Europa, come corrispondente dell’esercito americano.  Realizza immagini che testimoniano ( per la prima volta nella storia) l’ uso del napalm a Saint Malo, la guerra in Alsazia, la liberazione di Parigi, l’ orrore dei campi di concentramento di Dachau e Buchenwald al momento dell’apertura dei cancelli,  le prigioni della Gestapo ed i volti dei sopravvissuti. Nel testimoniare la crudezza degli orrori, Lee Miller non manca di rivolgere con sensibilità il suo obiettivo verso gli sguardi della gente comune, l’innocenza dei bambini, lo smarrimento di uomini e donne. Realizza ritratti di soldati, infermiere, civili, vittime e feriti.

Famosa la foto realizzata -dietro sua espressa richiesta -da un collega che la ritrae dentro la vasca da bagno dello squallido appartamento di Adolf Hitler, prima che diventasse il Fuhrer, con gli scarponi militari in bella vista. Una metafora  che ben rappresenta la condizione di dolore personale della Miller.  “Ho conosciuto tutto il dolore del mondo fin da bambina “…dietro l’esibita forza di questa donna si nasconde la fragilità di un’esistenza segnata dal trauma di uno stupro subito a 7 anni, da un amico di famiglia.

Lee Miller si spegne in Inghilterra nel 1977. E’ suo figlio Anthony Miller Penrose ad occuparsi della divulgazione del suo archivio. Molte le mostre in giro per il mondo. Tra queste, una grande retrospettiva dal titolo Lee Miller’s Surrealist Eye, è ospitata fino al 20 Giugno 2012 presso l’ Oregaard  Museum, in Danimarca.

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