incontro a teatro di due città simbolo

31 marzo 2012 di: Clara Margani

Quando si entra in sala, sul palcoscenico ci sono già gli attori nei loro costumi senza tempo inseriti in una scenografia costituita dalle gradinate fatiscenti di un teatro greco, la cui scena si capisce subito è rappresentata dalla platea e dagli ordini del teatro. Gli attori, alcuni in piedi altri seduti, con movimenti ripetitivi e struggenti osservano il pubblico che riempie a poco a poco la sala e tutto questo va avanti per circa un quarto d’ora. Qualcuno degli attori si avvicina al proscenio quasi per parlare ma poi si ritrae. Dall’altra parte quelli che dovrebbero essere gli spettatori, alcuni irritati altri imbarazzati, chiacchierano con i vicini o fissano a loro volta gli scrutatori. Lo spettacolo è già cominciato e così Palermo e Roma si incontrano a teatro.

Si tratta della prima riduzione teatrale del romanzo “Diceria dell’untore” di Gesualdo Bufalino e la rappresentazione si svolge al Teatro Eliseo di Roma. Adattatore del testo, regista e attore è il palermitano doc Vincenzo Pirrotta, già visto e ammirato l’anno scorso al Piccolo Eliseo in “La ballata delle balate”. Quella che viene mostrata è la Palermo vista attraverso la malattia del protagonista, interpretato da Luigi Lo Cascio, altro palermitano doc: una Palermo folcloristica, rumorosa, vitale in contrasto con il rigore mortifero del sanatorio della Rocca.

Si rappresenta l’impossibilità della guarigione e del riscatto, la religione negata e ricercata come conforto, il folclore delle feste e degli oggetti simbolo, l’irrisione e il calore dei sentimenti, la ricerca del sesso. Tra suoni assordanti e musiche dolcissime gli attori recitano in una lingua arcaica ed aspra che l’autore costruisce come un castello a difesa della grandezza di un passato ancora più antico di quello di Roma.

Ad un certo punto della vicenda Gesualdo-Lo Cascio incontra una prostituta, molto simile alla prostituta del film “Roma” di Fellini, mostruosa, monumentale, materna. Emerge con forza una ex capitale devastata e vitale messa in scena nella capitale altrettanto devastata e vitale.

Le due città si incontrano e si scontrano sulla linea del palcoscenico, quella sulla scena aspra, senza tempo, ardente e quella seduta in sala perplessa, commossa, irritata, ammirata. Un incontro, mediato dal teatro, di due realtà complesse e affascinanti e per vie diverse molto simili.

5 commenti su questo articolo:

  1. emma scrive:

    Mi piace molto il tuo scrivere di spettacoli, fatti avvenuti, successi e insuccessi di una città come Roma con un occhio rivolto a Palermo che ha altri problemi, io sono palermitana, da 17 anni vivo a Roma, mi piace il tuo scrivere leggero ma acuto

    • Clara scrive:

      Grazie ad Emma per l’apprezzamento, tanto più che viene da una palermitana che vive a Roma e forse ama un pochino questa mia città

  2. Maristella scrive:

    Non ho visto lo spettacolo,ma attraverso la lettura di questo articolo è come se l’avessi visto!

  3. Rosanna scrive:

    Sono essenzialmente d’accordo con te sul commento allo spettacolo. Tuttavia, vorrei sottolineare, poichè mi ha colpito molto, l’aspetto della sofferenza umana esplicitata in tutte le sue forme; infatti la disperata condizione dei personaggi esprime un dolore senza scopo.

  4. Luca scrive:

    Ho visto lo spettacolo ma mi erano sfuggiti la maggior parte degli aspetti di cui parla Clara. La ringrazio per avermi illuminato.

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