profumo di maschio

27 marzo 2012 di: Rita Annaloro

Non so se notizie sull’esito della ricerca condotta dalle Università di Padova e Parma sul “profumo di uomo” siano state considerate degne di attenzione dalla stampa nazionale. I giornalisti locali ne hanno parlato, anche sui Tg regionali, come di una interessante scoperta scientifica, divulgata anche dall’autorevole rivista americana “Public Library of Science” che accerta l’effetto sconvolgente esercitato dall’ormone androstadienone sull’olfatto femminile. Pare che le donne a più alto rischio di concepimento, fiutato tale odore, abbiano cominciato a denigrare l’immagine di altre donne, inconsciamente considerandole potenziali rivali.

Che le donne abbiano da sempre l’abitudine di mettere in cattiva luce le altre donne per conquistare l’uomo ambito, è storia vecchia come il mondo, recita l’articolo sul Mattino di Padova, ma che l’olfatto giochi un ruolo importante in questo comportamento femminile, è una scoperta del tutto inaspettata. A parte un paio di commenti sarcastici apparsi sul quotidiano «è sempre bello essere dipinte come delle galline starnazzanti» o «..hanno dimenticato di verificare l’influenza di una variabile importante…quanto disperate erano le donne che hanno partecipato alla ricerca?! non credo sia un risultato generalizzabile!» credo valga la pena di notare su che tipo di indagini vengano investiti i pochi soldi concessi alla ricerca scientifica. Chi si avvantaggerebbe di una simile scoperta? L’industria cosmetica? Quella bellica? O quella farmaceutica, pronta a inventare nuovi farmaci sicuri per la programmazione delle nascite?

Quali nuovi scenari si aprono alla conoscenza del mondo dopo questa importante scoperta? Non riesco a immaginare nessuna risposta, se non che anche in America si veda con favore il ritorno del maschio al posto che gli compete: oggetto di conquista grazie alla sua funzione primordiale di riproduttore. Ma non è triste che dopo migliaia di anni, qualcuno sostenga che siamo ancora sullo stesso piano dell’Uomo di Neanderthal?

5 commenti su questo articolo:

  1. Patrizia scrive:

    è triste sì, e non avrei dato questa notizia che è strumentale alla bassa considerazione che la cultura maschile ha della donna. Ancora una volta, se fosse universale e non parziale questa scoperta, viene usata strumentalmente contro la donna. Se reputavi la scoperta (?) insignificante e per di più uno spreco di risorse in un momento di crisi mondiale, averla comunicata via ti pareva più importante della scoperta stessa? l’ultimo rigo del tuo articolo infatti trae le conclusioni, ma sono convinta che potevi non scrivere quest’ultima trovata fantoscientifica. Non tutti ne rideranno e magari qualcuno potrà crederci….

    • rita Annaloro scrive:

      Non avevo intenzione di fare ridere: volevo informare circa l’esito di una ricerca scientifica, il cui scopo potrebbe destare qualche perplessità, dal momento che spiega le reazioni umane secondo logiche primitive.

  2. Silvana scrive:

    Cara Patrizia non dare una notizia noi significa farla dare da altri, non c’è una censura mondiale, mi pare che l’Annaloro la dia con malinconico sarcasmo, segnalando soprattutto come spesso inutilmente siano spese i pochi soldi che toccano alla ricerca scientifica.

  3. fulvia scrive:

    per tranquillizzare, l’articolo l’ho già letto su tante riviste patinate e finte scientifiche, tanto valeva darla anche voi, con un pizzico di ironia e molto sarcasmo.

  4. rosa ermosa scrive:

    questo articolo è presente due volte su questo sito a firma della stessa persona ma con un titolo diverso…ve ne siete accorte? ammazza che distrazione ragazze!!!

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