sinistra al bivio, assentire o chiarire

Quando si pensava alla sinistra, in un tempo forse ormai lontano davvero, si pensava ad una politica senza lacci ma sensibile alle regole, pronta a superare formule e formalismi e dotata di una intelligenza vivace e mai piatta, capace di fare una vera, salutare opposizione e soprattutto dotata di programmi chiave nel caso di un’alternanza di governo. Non c’è, questa sinistra non c’è. Non come singolo schieramento, non come coalizione. Non come grande partito, che pur lasciando pezzi rimaneva numericamente secondo. E ora ci si chiede: l’idea di un Pd forte e compatto non l’aveva intesa Massimo D’Alema? Non voleva o non poteva? E fu illusione o cosa, il trascinamento che per un attimo operò Veltroni? E ci dica, ci dica Bersani, qual è ora la sua direzione, dove sta orientando il suo partito? E sia cauto e attento, mai frasi imprecise o sibilate. Mai spocchie o arrabbiature. Ad esempio: se vuole la Tav, cosa certamente lecita, che lo allinea peraltro a molte “desiderata” nazionali ed europee, lo faccia con misura e consapevolezza.

C’è – ed è lecito anche questo – chi non sa capire e magari non abita in Val di Susa, i grandi vantaggi di un opera macroscopica che genera una ferrea opposizione da molti di coloro che invece abitano la valle. E questo “qualcuno” vorrebbe che ogni spiegazione in merito fosse chiara, concreta e inequivocabile. I media mostrano proteste ai limiti della tragedia e disagi evidentissimi. Davvero tutti ciechi e cocciuti questi NoTav, o qualche pesantissima ragione dalla loro parte ci sarà? Cosa si sta togliendo loro e cosa si guadagna veramente, nel paese Italia? In quanto agli eversivi che possono infiltrarsi, il pericolo c’è e ci sarà sin che gli eversivi ci saranno e sapranno organizzarsi e, peggio, ci sarà qualcuno ancora libero di servirsene. Ma se, per questo timore, nessuno potrà più andare in piazza perché gli si dirà di essere causa di eversione, piuttosto che garantire il suo diritto, addio democrazia. E addio sinistra.