a proposito di cozze baresi

6 aprile 2012 di: Ornella Papitto

Due parole: cozze pelose. Il pensiero corre subito a uno dei sette vizi capitali: la gola. A un peccato. Brutti scherzi fa la gola. Non solo può far ammalare, ma può far perdere anche la faccia, la credibilità, importantissima per poter chiedere rispetto. Ma la gola è solo un peccato o c’è anche altro? E’ un modo di pensare, di fare, di ritenere corretto ricevere regalie, quando non c’è nessuna necessità, perché chi lavora e gode di uno stipendio pubblico, non ha nessuna ragione di avere riconoscimenti aggiuntivi. Sarebbe buono ricordare che il personale è al servizio del cittadino, quindi quest’ultimo non deve niente al dipendente, a servizio anche del cittadino che non paga le tasse, purtroppo.

L’unica cosa gradita è la gentilezza, specialmente quando il dipendente lavora con correttezza e serietà. Inoltre non è credibile fare riferimento ai bassi stipendi per motivare l’accettazione di compensi extra o di regalie in odor di corruzione. Non è una questione di bisogno o di necessità. Non è questo, ma è la propria visione del mondo che mette di lato l’etica. E’ la responsabilità individuale alla quale dobbiamo fare appello, perché essere poveri (e i dipendenti pubblici non lo sono) non autorizza a comportamenti disonesti, ossia ad accettare compensi non dovuti. Non ci sono scusanti. Difendere consapevolmente la propria dignità di lavoratore onesto aggiunge valore alla vita propria e a quella degli altri con i quali entriamo in contatto quotidianamente. Meglio non dimenticarlo.

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement