la caduta degli dei nella Lega lumbard

6 aprile 2012 di: Rita Annaloro

Allora la Lega è “male”? Le dimissioni di Bossi, in seguito agli scandali apparsi sui giornali di questi giorni sembrano chiarire l’origine del problema: lui è il colpevole, lui, Bossi, ha sbagliato, sicuramente per troppo amore verso la “famiglia” e gli amici più intimi. Sui quotidiani del nord-est si è usata la parola “clan” per la prima volta in un contesto diverso da quello tradizionalmente mafioso, proprio per bollare come iniquo e pericoloso un potente capo di cui è necessario disfarsi per ritrovare l’originaria purezza (?!!). Eh già, perché con le elezioni amministrative alle porte bisogna correre a salvare il salvabile, eliminare i dubbi dei fedeli, ritrovare la compattezza necessaria a vincere il nemico.

Gli eroi, infatti, hanno sempre bisogno di nemici da sconfiggere, come Alberto da Giussano, recentemente celebrato dalla Rai per aver cercato di unire i comuni lombardi: ma anche a quei tempi la palude padana brulicava di traditori, di invidiosi pronti ad accaparrarsi denari e privilegi, magari facendo lo sgambetto ad un parente o a un vicino. Cronache di ordinaria meschinità, assurte agli onori della storia grazie al loro peso sullo scacchiere della storia europea e nazionale.

L’atavica litigiosità dei comuni pare abbia bisogno della mano ferma di un capo autoritario e carismatico, e in caso di menomazione fisica o legale, il legame familiare non garantisce il diritto alla successione. Morto un papa se ne farà un altro? Avremo altre illuminanti soluzioni politiche avanzate dall’ex ministro degli Interni migliore del dopo-guerra (secondo l’opinione dei suoi sostenitori) le cui brillanti iniziative anti-immigrazione non sono state apprezzate dall’Alta Corte di Giustizia Europea, che ci ha comminato pesanti sanzioni per crimini contro l’umanità? o il popolo della palude cercherà un altro eroe, che lo guidi alla cacciata degli stranieri dall’inquinato suolo natio?

1 commento su questo articolo:

  1. ornella papitto scrive:

    A proposito della “trave nel proprio occhio e della pagliuzza in quello degli altri”. Grandi moralizzatori….. che brutta fine.

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