la colpa è … non assumersi responsabilità

29 aprile 2012 di: Ornella Papitto

Chi si occupa di psiche o di religione sa quanto potere genera la parola “colpa”? E noi quante volte la usiamo, inconsapevolmente? E’ una parola profondamente detestabile. Ricorda il confessionale. Dalla colpa è difficile liberarsi, perché ad essa è collegato implicitamente il peccato e solo un altro soggetto, preferibilmente con l’abito talare, può assolvere o condannare. La colpa immobilizza, non consente di ragionare serenamente, costringe a cercare dentro di sé le ragioni del malessere che procura e spesso non si riescono a trovare le risposte adeguate per stare meglio. Quel peso, quel macigno sovrasta e costringe le persone ad assumersi tutte le colpe, anche quelle non proprie. E’ totalizzante e c’è sempre qualcuno pronto a far sentire in colpa.

Il caos interiore che determina, può essere ridimensionato se si prova a sostituirla con la parola “responsabilità” che va usata sempre, in ogni caso. Nella responsabilità va ricercato l’errore e non il peccato. Nel riconoscere l’errore, possiamo fare correzioni e non chiedere assoluzioni o subire condanne. La correzione dipende da ognuno di noi, dalla capacità di sapere e volere affrontare le cause del nostro errore, che non è totalizzante, ma è circoscritto ad un fatto, ad un evento; non cade addosso come un macigno. La responsabilità ci chiama in causa come soggetti attivi e non come oggetti sui quali cade la colpa, come quella “dei padri che ricadrà sui figli”, di religiosa memoria.

E i nostri politici sapranno assumersi tutte le responsabilità delle loro azioni? Smetteranno di chiamare in causa Gesù, che ha avuto la colpa di non aver saputo scegliere bene i suoi apostoli? In quale passo del Vangelo gli apostoli sono stati trasformati in “collaboratori”? Il politico, tanto religioso, a quale nuova tipologia di contratto fa riferimento? Un po’ di pudore e di chiarezza, in questa nostra epoca così sguaiata. E’ necessario.

4 commenti su questo articolo:

  1. Silvana scrive:

    Mi è piaciuto molto Rossella, prima della colpa vi è la presa di coscienza, la responsabilità è già tanto se troviamo un politico che fa chiarezza e se ne fa carico!!!

  2. rita scrive:

    Interessante!
    Ti da modo di riflettere sul concetto del senso di “colpa”.

  3. Giusy scrive:

    Il concetto si responsabilità, al contrario del concetto di colpa, consente l’apertura mentale, l’introspezione determinando la capacità auto-valutativa e la capacità di distinguere e cogliere i vari aspetti che costituiscono l’errore nella sua complessità e globalità.

  4. Marika scrive:

    Molto interessante. Cercherò di farne tesoro, ma devo lavorarci un pò…non è così semplice!

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