per Letizia, il futuro di Palermo è sogno

20 aprile 2012 di: Valeria Ferrante

Le opinioni  su “la città che vogliamo” che Valeria Ferrante ha raccolto intervistando, oltre undici intellettuali maschi, anche Letizia Battaglia, sono uscite su La Repubblica Palermo di mercoledì 11 aprile suscitando la nostra protesta per l’assenza di voci femminili. Ecco l’intervista sfuggita all’elenco, di cui Valeria ci fa omaggio.

«E’ chiaro che per me il futuro di Palermo è un sogno, parlerò quindi di una città sognata, immaginaria, amata dai cittadini, piena di verde, di fiori e non di pub. C’è una generazione che staziona davanti ai bar, bisognerebbe invece proporgli altro, oltre che l’alcool, magari spettacoli, film, concerti dal vivo, favorendo anche una piccola cultura musicale locale. Ciò di cui mi accorgo è che viviamo in una società che non riesce più a fare sogni collettivi, che vive di interessi singoli, scollegati dalla comunità.

Negli anni 60 Palermo era una città trascurata ma conservava ancora dei luoghi autentici, delle vere e proprie oasi, in cui la gente poteva incontrarsi, chiacchierare, o anche solamente gustare una buona granita, penso ad esempio al Bar del Viale, con i suoi eleganti tavolini. Quel luogo era un simbolo, lì si ritrovavano intellettuali, lavoratori, artisti, giornalisti.

Una volta spariti questi posti, dove si va, dove incontri le persone? Viale della Libertà prima era un piccolo salotto, in alcune delle sue traverse, come la via Mazzini, la via Ricasoli, c’erano tante piccole gallerie d’arte molto attive, che promuovevano dibattiti, iniziative come le Ricasoliane. Adesso non c’è più nulla, trovi solo boutique. Una volta c’erano persino le botteghe degli artigiani, anche loro facevano parte della cultura, di un sapere che si tramandava, ma sono sparite anche queste.

Io però continuo a sognare una Palermo, come una piccola Berlino del Mediterraneo. Sogno che si possano realizzare nuovi luoghi, è dal 47 che in questa città non si costruisce più nulla, non ci sono architetture rappresentative. Perché per esempio a Palermo non abbiamo un Auditorium? O le Maison d’Artiste, residenze in cui ospitare gli artisti?»

2 commenti su questo articolo:

  1. VALERIA CALANDRA scrive:

    Non c’è sogno più bello dello scoprire, svegliandosi, che esistono 1000, 10.000, 100.000 e più persone che ogni giorno fanno il tuo stesso sogno; ed ancora più bello ed entusiasmante è capire che tutte queste persone sono pronte ad offrire le loro forze, le loro competenze, le loro risorse ed il loro tempo per realizzare IL SOGNO; a me sognare non basta più ! Palermo ha in se tutti i privileggi che ne possono fare la città ideale; la storia, l’arte, l’architettura ma anche la natura, il clima, le tradizioni ed un innata capacità, nella sua gente, di ospitalità e socialità ; in ogni palermitano è forte l’orgoglio di appartenere a questa terra ma al tempo stesso per molti è troppo umiliante sentirne parlare come di una città in abbandono, senza regole, dai diritti negati, soffocata da storie di povertà diffusa, contrapposta ad opulenza sfrenata.
    Una migliore qualità della vita è possibile, anche a Palermo, se i cittadini faranno rete con le pubbliche ammistrazioni; se ognuno di noi nel suo piccolo agirà secondo le regole e le modalità che vorremmo tutti seguissero, se ognuno di noi sarà attivo e propositivo, se condividerà i momenti e gli spazi collettivi per dare più forza alle proposte di recupero e rinnovamento per la città, se ogni giorno farà un’azione o spenderà una parola con i propri figli, i propri amici, i propri vicini o anche con gli sconosciuti ; una parola che possa spingere ad amare di più Palermo, che possa far riaprire una bottega, allestire una mostra, coltivare un’aiuola, frequentare un mercato, passeggiare sul lungomare, andare all’arena o a teatro………e che non ci spinga invece ad aspettare con ansia il momento in cui fuggire in una delle tante città europee per trovare quello che qui non c’è, per respirare quell’atmosfera di civiltà che a noi a Palermo sembra essere negata.
    Sono sicura, cara Letizia , che tutto questo è possibile e che tocca a noi che in un passato, neanche troppo lontano, abbiamo visto Palermo vicina al traguardo di città Mediterranea ed Europea, alimentare nei giovani la voglia di restare qui e di pretendere che la loro città sia come Berlino o Parigi o Barcellona, sia bella e a loro misura, offra lavoro, studio di qualità e svago,sia, insomma, come la desiderano !!!!!!

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement