Ricordando Saveria Antochia

11 aprile 2012 di: Clara Margani

Saveria Antochia è stata ricordata a 11 anni dalla scomparsa dal Coordinamento Provinciale e Regionale di Libera Roma e Lazio. Dagli interventi è emersa una figura di donna che da 11 anni “ha smesso di lottare”, perchè solo la morte ha potuto fermare la sua determinazione a cercare la verità, a chiedere giustizia, a portare avanti un progetto educativo per contrastare la criminalità. Saveria, definita da quelli che l’hanno conosciuta “maestra con leggerezza”, donna determinata e determinante, aveva gli occhi giusti per guardare la realtà, per leggere la politica, contro la tela di Penelope di uno Stato che “fa le inchieste e poi le disfa”. Non aveva mai perdonato gli assassini di suo figlio Roberto, morto a 23 anni insieme al giudice Ninni Cassarà, di cui era la scorta, in un agguato a Palermo il 6 agosto 1985. A 15 giorni dalla morte di suo figlio aveva inviato una lettera denuncia al quotidiano la Repubblica contro i coccodrilli di Stato e poi si era impegnata in rigorosi interventi di denuncia in occasione di numerose trasmissioni televisive e manifestazioni di protesta. Anche il nome “Libera” era stato caldeggiato da Saveria, un nome al femminile, che non c’entrava niente, ma voleva significare che l’impegno era quello di rendere libera la società.

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