un cerchio magico traditore

14 aprile 2012 di: Ornella Papitto

Alto tradimento. E’ successo ancora. Dopo venti anni. Il popolo leghista è stato tradito, ferito a morte, da quello stesso leader-padrone-condottiero-guru, perché di fede cieca si tratta. Ma la fede, la religiosità, non si coniugano bene con la politica. La base lo ha già assolto dalle responsabilità: pronta a mettere la mano sul fuoco, ma solo per lui, il capo indiscusso Bossi, non per la sua famiglia e per il suo “cerchio magico”. Fede, magia, obbedienza, credulità, difesa ad oltranza, brutti ingredienti per la formazione di un popolo autonomo, libero di controllare, di criticare e di scegliere. I leghisti hanno bisogno di essere comandati, non guidati. Hanno bisogno di potersi affidare totalmente nelle mani del loro guru, del loro santone, quello che guarisce, quello che aveva promesso di fare miracoli nella politica italiana. Ma se non ci sono riusciti neanche quelli in odor di santità, i vecchi democristiani, come poteva Bossi far credere di poter compiere azioni miracolose in un contesto italiano fondato soprattutto sulla illegalità, sull’interesse privato, sulla politica di scambio?

Faceva la predica, anche lui, borbottando, non facendo capire nulla. Giocava al rivoluzionario, ferito dalle battaglie della vita, e ormai pensionato. Patetico e ridicolo, ma i suoi leghisti continuavano a firmare la delega in bianco. Apriranno gli occhi?

Un gregge, non un popolo. Spesso nei raduni si intravvedevano anche le corna sugli elmi dei guerrieri leghisti. Che pena. Povero gregge che senza il pastore ha immediatamente attaccato Maroni, che probabilmente lo sostituirà. Alcuni leghisti lo hanno definito Giuda, quindi Bossi è Cristo. Che c’entra la religione con la politica? Che c’entra Bossi che ha tradito il suo gregge con la figura di Cristo? Confusi, religiosamente e politicamente scorretti. Uguali agli stessi politici che tanto hanno denigrato e sui quali hanno costruito il secondo impero. Fine dell’impero. Cosa si inventeranno adesso per distinguersi dagli altri partiti e per poter sopravvivere? Abbandonare la politica attiva sarà duro. Troppe perdite. Staremo a vedere.

4 commenti su questo articolo:

  1. Maga Magò scrive:

    io credo che al di là del teatrino, quello che interessa ai leghisti è il potere, che procura denaro sicuro, anche se non sempre rapido, mazzette a parte. Quindi le liste civiche, inaugurate da Tosi, potrebbero essere una buona mossa per
    continuare a intrallazzare con gli amici, e poi il vecchio tema della caccia allo straniero eretico può sempre affascinare
    nei momenti di crisi: bisognerà dimostrare che la base è sana e quindi si cercheranno nuovi idoli

    Maga magò

  2. Fulvia scrive:

    Sono una padovana non leghista, vivevo prima sempre in contrasto con tutti, da quando si sono alleati con Berlusconi non contesta più nessuno: sono diventati borghesi piccoli, piccoli!

  3. Ilda Terminato scrive:

    S forse come descrivi tu i leghisti sono stati un tempo, ma da quando hanno cominciato a circolare soldi, lingotti, diamanti si sono corrotti in tanti, è facile ora prendere come capo espiatore sia diventata La Rosi Mauro il cui termine cinghialonaè stupendo, che non è la sola ad aver accumulato diamanti, insomma cara Ornella io direi “C’era una volta la lega” .

  4. ornella papitto scrive:

    Ma noi, comuni cittadini, potevamo immaginare mai tanta disonestà e tanta scorrettezza così ben mascherate? Bossi, i Borghezio, i Calderoli e tutti quelli che non hanno detto no, hanno usato, in questi venti anni, l’antimeridionalismo e l’odio razziale per nascondere le loro azioni oscene.
    Bossi ha trattato il finanziamento al “suo” partito come un bancomat familiare, ma ricordiamogli che i soldi dati alla Lega sono di tutti noi e non solo dei leghisti. Ossia devono rendere conto a tutti i cittadini. Anche per questo sono profondamente sdegnata.

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