on y change, en France, et chez nous?

11 maggio 2012 di: Silvana Fernandez

Durante uno degli ultimi comizi, Hollande ha gridato alla folla: «Io amo più la gente che il denaro». Lo ha accolto un’ovazione. Se al suo posto ci fosse stato Strauss Kahn, nessuno gli avrebbe creduto dato l’accumulo di ricchezze e di fasti della sua vita. Cito Strauss Kahn perché sarebbe stato lui il candidato che avrebbe lottato contro Sarkozy, se non fosse stato travolto dagli scandali sessuali. Ma dato che i francesi sono meno teneri di noi davanti a pochard e burlesque, odiavano già le maratone del sesso di Berlusconi, personaggio non gradito, fu inevitabile ripiegare sulla candidatura Hollande, ex compagno di Segolene Royale da cui ha avuto quattro figli, fino ad ora considerato uno stimabile funzionario di partito, un ottimo seguace di Mitterand ma privo della sua creatività. Dopo la fine del rapporto con Segolene, Hollande, quasi uscisse da un cono d’ombra, ha cominciato a farsi notare diversamente: più fluido nel parlare, più deciso nelle idee, fa coppia con la giornalista Valérie Trierweiler, donna bella ed elegante ma soprattutto competente e disinvolta, la quale può dare ai francesi un’idea differente della femminilità proposta da Carla Bruni, ingessata dal bon ton. E’ importante rimarcare le diversità di scelte e di modi di vivere, perché sia la destra di Sarkozy sia quella italiana di Berlusconi, negli ultimi anni, hanno cercato di unire le loro ideologie con quella della sinistra in unico pensiero legato dal mercato, dalle esigenze dell’acquisto, dall’approvazione delle imprese, sperando che questa manipolazione fosse rassicurante per la gente.

Che la gente non vi abbia creduto, abbiamo lampanti prove. D’altra parte Hollande, la cui voce, i gesti e le idee, nell’andare avanti nella corsa alla presidenza, diventavano sempre più sicuri, ha impostato la sua campagna non solo sul cambiamento, ormai inevitabile dato lo stato dell’economia, ma anche su scelte di vita. Subito dopo la sua precedente elezione, Sarkozy raccomandò “Austerità!” e partì sul panfilo del miliardario Bollore, con a seguito la modella famosa che poi avrebbe sposato all’Eliseo. La sera della sua elezione, Hollande ha camminato per la strada fino alla sede del suo ufficio elettorale tenendo sottobraccio la sua sorridente giornalista che nessuno pensa sposerà, come non ha mai sposato Segolene malgrado i quattro figli avuti. Sarkò, durante la campagna elettorale, ha assicurato che avrebbe fatto tagli seri agli sprechi, ma lui non ha mai rinunziato a presentarsi a qualunque appuntamento in una macchina extra lusso, ben diversa dall’utilitaria di Hollande. Non ho niente contro macchine super dotate, ma in momenti difficili tutto acquista un suo significato, non si può dare alla gente un doppio messaggio. Hollande ha preferito uno stile di vita che rispecchiasse le sue idee e un sorriso sempre rassicurante.

Non sarà una via facile quella che dovrà confermarlo nella stima dei francesi. Perché se Sarkozy era ormai identificato come il presidente dei ricchi, le facce che aspettavano Hollande in piazza simboleggiavano un mondo variegato e diverso. Erano i volti dei giovani della banlieue, dei pied-noirs figli degli emigrati, erano quelle di una coloratissima moltitudine gay che spera nel matrimonio, quella di tanta gente che crede nella patrimoniale e tanta altra ancora che crede nella sua promessa di assumere sessantamila professori nelle scuole pubbliche. La situazione è di attesa, ma anche di speranza. La prima cosa che i francesi vogliono è che sparisca il populismo di Sarkozy, così come noi italiani vorremmo avvenisse con i residui del populismo berlusconiano. Se guardiamo lo scenario europeo con la Grecia battuta dai venti di bufera, con Italia, da nord a sud, in preda ad incerte vittorie e ancor più incerte sconfitte, con la Germania improvvisamente imperiosa ma insicura, l’unica cosa che ci gratifica è l’elezione di Hollande, che ha gridato ai suoi elettori «on y change!».

7 commenti su questo articolo:

  1. Aldo Torre scrive:

    L’articolo sebbene non approfondito delinea bene la situazione francese in questo momento. l’unica cosa che viene dimenticata è il successo della destra estrema, pericolo questo che ha provocato uno spostamento verso Hollande

  2. Rita Annaloro scrive:

    Comunque un cambiamento in Europa ci sarà, a partire dagli equilibri interni di ciascuno stato che cercherà di determinare
    politiche europee più utili alla propria situazione e speriamo di vederne presto gli effetti

  3. velia scrive:

    Molti giornali hanno titolato Hollande= Orlando. Nella sua prima candidatura noi abbiamo vissuto la primavera che i francesi vivono con Hollande, ma tanti anni dopo sarà per noi una primavera o un autunno?

  4. federico scrive:

    oui, nous sommes très très heureux d’avoir un président de gauche! il apportera de l’humanité, de la solidarité, de la justice, du respect.pour ce qui est de l’économie, je lui fais confiance aussi, même si la tâche est ardue!

  5. Luisa scrive:

    Evviva al nostro lettere francese, a Velia dico meglio un’opulento autunno che il terribile inverno di Cammarata.

  6. gambusi scrive:

    E’ un bel segno leggere un commento in francese. Non ci sono ostacoli quando vogliamo comprenderci, neanche la lingua straniera può riuscirci. E’ un buon auspicio. Grazie a Federico

  7. Marcella Geraci scrive:

    Anch’io sono contenta di leggere un commento in francese sull’elezione di Hollande, così come ho esultato vedendo, in tv, la folla che festeggiava alla Bastiglia il nuovo corso della politica francese. E allora, forza Hollande! E forza “Ollando”!

Commenta questo articolo:







*
AdvertisementAdvertisementAdvertisementAdvertisement