finalmente onorata la memoria di Placido Rizzotto

30 maggio 2012 di: Daria D’Angelo

Comparando i resti ossei a quelli riesumati di un parente di Placido Rizzotto, il padre morto alcuni anni fa per cause naturali, è stato possibile risalire all’identità del sindacalista rapito a 34 anni, mentre si stava recando a una riunione politica, impegnato a fianco del movimento contadino che lottava contro la mafia e il latifondo, in qualità di segretario della Camera del lavoro di Corleone. I suoi resti furono trovati solo nel 2009 nelle foibe di Rocca Busambra, sui monti Sicani (Palermo). Il successivo esame del Dna confermò che quei resti erano proprio i suoi. Per troppi anni sembrava che la giustizia si fosse dimenticata di lui. Il 24 maggio scorso, il giorno dopo la partecipazione alle iniziative promosse dalla Fondazione Falcone per commemorare la morte di Giovanni Falcone, della moglie Francesca Morvillo, di Paolo Borsellino e degli uomini delle loro scorte, il Capo dello Stato Giorgio Napolitano è stato a Corleone per onorare la memoria del sindacalista celebrandone i funerali di Stato. La commovente cerimonia, svoltasi nella chiesa madre di Corleone, ha rappresentato un momento importante per la realtà siciliana, un omaggio dovuto al sacrificio delle vittime innocenti che a tutto diritto entrano a far parte della memoria condivisa degli italiani. Il nipote Placido Rizzotto, ricordando anche i 42 sindacalisti uccisi negli anni ha detto: «Si deve riscrivere la storia di questi uomini, chiediamo giustizia e verità per tutti loro», concludendo «zio Placido riposa in pace, ora tocca a noi vincere». Il riconoscimento è arrivato dopo 64 lunghi anni, durante i quali i parenti hanno lottato senza sosta per la verità e per la giustizia. È giusto ringraziare molti: il presidente Napolitano, il capo del governo Monti, i segretari dei partiti, i movimenti antimafia, amministratori, giornalisti, ma il ringraziamento più forte deve andare ai parenti di Placido Rizzotto, ai nipoti che, con forza morale e tenacia, senza mai demordere, hanno contribuito a dare senso al sacrificio di una terra etichettata, il cui riscatto passa anche attraverso momenti come questo. In prima fila la madre di Placido Rizzotto, la nonna Rosa sempre vestita di nero menzionata nel ricordo del nipote Placido, che fino alla fine chiese verità e giustizia. Oggi avrebbe trovato finalmente anche lei una ragione di speranza, confortata dalle parole del Presidente Napolitano che nella lettera di conferma alla partecipazione scrive:

«Credo che il giorno successivo la cerimonia di Palermo del 23 maggio, in ideale continuità, si possano celebrare i funerali di Placido Rizzotto a Corleone, unendo così nell’omaggio e nella memoria, tutte le vittime della criminalità organizzata».

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