un premio, una medaglia, un riconoscimento, una leggina ancora ad personam

15 maggio 2012 di: Rosanna Pirajno

Ma cosa gli ha preso, al procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, che ha proposto di appuntare una medaglia sul petto dell’ex premier Berlusconi, per i meriti del suo passato governo nel contrasto alla mafia? Un deficit di esposizione mediatica, che lo induce alla conquista delle prime pagine con una boutade fra le più incredibili, stile “Ruby è la nipote di Mubarak”? e quindi, meglio ricredersi sullo stantìo “antiberlusconismo” giudicando che sì, vero che B. tramite il suo amico Dell’Utri si era cautelato contro possibili sequestri ingaggiando ad Arcore il boss Mangano, ma che nel ruolo di capo di governo si è distinto in “interventi legislativi per agevolare il sequestro di beni” ai mafiosi? E che sì, vero che il “miglior premier degli ultimi centocinquanta anni”, come si è auto definito, ha legiferato in prevalenza per difendersi dai processi che le “toghe rosse” – anche questa sua definizione anzi delegittimazione – gli apparecchiavano per dimostrare, invano, che i cittadini sono tutti uguali di fronte alla legge, ma che sul piano legislativo antimafia ha battuto tutti e con largo anticipo sulle vendette mafiose, per via del suo ministro Lunardi che “con la mafia bisogna convivere”, altro che confiscargli i beni?

E questa medaglia, è da appuntargliela sul petto in fuori magari nel ventennale della strage di Capaci, giusto per pareggiare il conto in sospeso con l’eroe Mangano che mutu si stetti sinu alla morti? E tutto il resto, i “consigli” di non pagare le tasse “se giudicate ingiuste” o di evadere “se la pressione fiscale è eccessiva”, per non parlare delle sanatorie sia edilizie che fiscali che hanno messo nell’angolo il rispetto delle regole, o del rientro “in Italia di capitali mafiosi nascosti all’estero e della mancata introduzione di norme in grado di colpire le alleanze nell’ombra tra politici e boss”, come denuncia il segretario generale di Magistratura Democratica, Morosini, e la mancata lotta alla corruzione, cioè “i terreni su cui attualmente si stanno rafforzando ed espandendo i clan”, tutto questo non conta niente per l’immaginifico procuratore Grasso?

A meno che non abbia usato un tono ironico che nessuno ha afferrato, davvero non si capisce il senso di queste parole, davvero si profila un “mondo alla rovescia” ma senza il sense of humour che l’arte – per consolarci? – ci regala (vedi le istallazioni dell’artista Urs Fischer in mostra a Venezia), davvero c’è un ribaltamento di valori che dobbiamo – e questa ne è la conferma – al ventennio berlusconiano che ha distillato e istillato “disvalori” come fossero pregi.

8 commenti su questo articolo:

  1. Silvana scrive:

    Sul fatto quotidiano esce questa mattina che corre voce che Grasso entri in politica… per forza Italia o come l’ho chiamato Berlusconi stesso per il partito della gnocca? Già alcune cose di Grasso non mi erano piaciute ora queste mi sono proprio dispiaciute! Sono sicura non avrà il mio voto|

  2. Luigi scrive:

    Se fosse vero non ci sarebbero parole per esprimere INDIGNAZIONE!!! scusate è uno scherzo? o Grasso aveva bevuto più di un goccetto?

  3. Alla vigilia delle commemorazioni per le stragi di mafia, è desolante leggere quella che correttamente Rosanna definisce “boutade”, con la speranza che di questo si tratti: di una “boutade”, di una “goliardata” di pessimo gusto e dal tempismo straordinario alla vigilia del ballottaggio. Condivido interamente il tuo articolo e voglio sperare in una veloce e puntuale smentita.

  4. anna trapani scrive:

    Forse il procuratore Pietro Grasso è affetto da una dissociazione della personalità e ha parlato così su Berlusconi in preda ad un raptus dissociativo. Spiegazioni accettabili non ne esistono. Come scritto nel mio pezzo su Dell’Utri Berlusconi è quanto meno un imprenditore che ha pagato la mafia per non correre pericoli e svolgere i propri affari in sicurezza.

  5. Marcella Geraci scrive:

    Per quanto mi riguarda, una botta in testa avrebbe avuto, forse, un effetto minore rispetto ad una notizia come questa. Ora mi aspetto un Pulitzer per Sallusti o un Nobel per la Santanchè.

  6. Rita scrive:

    ma siamo matti? ma cosa succede? ma Grasso è impazzito? tutta la società civile andrebbe in corteo contro questa ignominia!

  7. ornella papitto scrive:

    Che pena vedere un magistrato in ginocchio davanti al Beato Silvio Berlusconi. Che impressione vedere un magistrato che non ha chiara la differenza tra la legalità e l’illegalità, fra la giustizia e l’ingiustizia. Ma Grasso a chi deve rendere conto? Alla Costituzione o al Beato Berlusconi? Vuole santificare Silvio?. Se il magistrato Grasso vuole fare politica ha tutte le carte in regola.

  8. rossella scrive:

    All’orrore del ventennio B non c’è evidentemente ancora fine. Il disgusto che provo di fronte all’ipotesi che si tratti di una mossa propedeutica all’entrata di Grasso in politica è superato solamente dalla rabbia e dalla pena di vedere equiparato l’inverecondo B a tutti quelli che hanno pagato con la vita o con sofferenze infinite la loro autentica lotta contro mafie e illegalità.

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