il corpo delle donne, ancora tu!
Una società dagli orizzonti ristretti e dal respiro corto, che corre dietro ad un cambiamento strutturale senza governarlo. Poche le idee e soprattutto il principio fermo che, a regolare ogni cosa, debba essere sempre la libertà individuale. La concezione del corpo femminile è uno degli aspetti che vengono sottomessi a questo principio ed il dibattito che ha scatenato un manifesto apparso a Caltanissetta, commissionato da una palestra locale, ravviva la questione. Il manifesto, esposto in bella vista ed a grandi dimensioni, mostra tre ragazze, col sedere quasi nudo in primo piano e la scritta, sovrapposta, “chi ci ama ci segua, aperti anche ad agosto”.
Il manifesto ha scatenato diverse polemiche e l’argomento in voga tra i sostenitori della volgare pubblicità è l’idea che le ragazze abbiano posato in piena libertà, senza costrizione alcuna. Ma è veramente questo il nodo della questione? La libertà individuale, tanto cara agli ammiratori del manifesto, pronti magari a disprezzare le ragazze che, liberamente, hanno scelto di posare? O il vero nodo da affrontare è legato all’uso che il mercato fa del corpo delle donne?
Perché una palestra per acquisire più iscrizioni utilizza un’immagine come questa? Perché gli ideatori della pubblicità pensano che tre posteriori femminili costituiscano motivo di attrazione, in sintonia con la concezione sessista del corpo delle donne.
Cosa può avere spinto queste ragazze a posare? I soldi o forse più l’idea di sentirsi ammirate, benvolute e stimate per rientrare, a pieno titolo, nei canoni, non facili da rispettare, della “bellezza” pubblicitaria? Ancora una volta, la questione fittizia della libertà individuale ruba la scena al vero nodo da affrontare: il corpo delle donne e la sua mercificazione, attraverso immagini che comunicano un cammino incompiuto verso le pari opportunità.
Bellissimo articolo, condivido in pieno.
Grazie