rileggere Graham Greene

14 luglio 2012 di: Carlo Bagnara

Una torrida domenica di fine giugno, riprendo in mano un libro di Graham Greene. Da quanto tempo non leggevo questo autore. I suoi personaggi, il suo stile, tornano ad avere per me il fascino della prima lettura. Malgrado Caronte riscaldi l’aria, blocchi i gesti e le idee, io ho voglia di scrivere di lui, scrittore forse un pò dimenticato, ho voglia di scrivere brevi righe ma che parlino dei suoi temi principali e secondari, insomma dell’essenza delle sue opere.

Il compromesso quale strada maestra. La colpa, indispensabile per chiedere ed ottenere il perdono. Il pensiero che diviene azione con la capacità di comunicare al lettore l’evento. Queste e molte altre peculiarità fanno di Graham Greene un grande scrittore da leggere e rileggere. La sua vita è affascinante tanto quanto o più dei suoi romanzi.

La fede e la trasgressione dalle regole, il peccato ed il pentimento fulcro portante ed appassionante della sua opera. E’ impossibile dire se scriveva per chi lo poteva leggere o per se stesso; per accusarsi o per testimoniare la realtà nella quale venivano a trovarsi, lui stesso o il suo personaggio. Diverse mogli, molte amanti, alcune ricchissime. La fede incrollabile, la malattia, il Padre Duran che accorre al suo capezzale ma nessuno saprà mai se giungerà in tempo per confessarlo o no.

Fino all’ultimo, il grande thriller di un grande romanzo.

3 commenti su questo articolo:

  1. Luisina morello scrive:

    Bravo Carlo, quanti ricordi in uno scrittore dimenticato, noi eravamo giovani, Greene lo è ancora

  2. M.C scrive:

    Divertente l’idea di Caronte che preme alle finestre e spinge a leggere, lo userò alla prossima ondata di caldo aria condizionata e un libro, critica però un pò arruffata e non approfondita del grande Graham Greene!

  3. Annamaria, Z. scrive:

    L’idea di Caronte, Minosse etc etc che ci tengono sotto assedio mi pare un’idea ottima per una rilettura ma Graham Greene da molti considerato cattolico essenzialmente, da altri un po’ superato come metodologia di scrittura, non mi spinge a rileggere.

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