Non dobbiamo dimenticare il guardiano di Palmira da “Il Corriere della Sera”del 20.08.15

20 agosto 2015 di: Antonio Ferrari

…Il professore non era un guerriero, tantomeno un resistente politico, ma soltanto uno scienziato mite, saggio, moderato, poco incline ad accettare logiche conflittuali. Su un punto, però, non avrebbe mai ceduto, a costo della vita: abbandonare alla devastazione più atroce Palmira, alla quale aveva dedicato mezzo secolo della sua vita. Ricevendo riconoscimenti e attestati dagli archeologi di tutto il mondo. Per l’Isis, invece, era il nemico. I tagliagole l’hanno arrestato, interrogato, torturato per oltre un mese. Volevano costringerlo a rivelare dove avesse portato le statue che erano state rimosse. Non ha aperto bocca. Lo hanno decapitato sulla piazza di Palmira, davanti alla folla. Poi hanno appeso il corpo devastato a una colonna.

Vorremmo che Khaled Asaad, vero eroe del nostro tempo, fosse ricordato per sempre dall’Onu e da tutte le sue articolazioni umanitarie e culturali. Suggeriamo a Gariwo, la foresta dei giusti, di pensare a un albero col suo nome sul Montestella di Milano.

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