cercate l’intruso

2 settembre 2015 di: Marina Gasperini

Recentemente, ho assistito alla presentazione di un libro a Palermo, dove mi trovavo in vacanza, ma avrebbe potuto essere in qualsiasi altra città. Pubblico d’occasione, quasi troppo tipico per essere vero. Donne splendidamente spettinate, visibilmente manicurate e pedicurate, indossanti abiti deliziosamente etnici. Uomini con regolamentare braccialettino povero al polso. Tutti si conoscono, si baciano, si salutano con grandi manifestazioni di simpatia.

L’autore ed il presentatore disquisiscono del mestiere della scrittura in maniera estremamente colta, arrivando addirittura a citare Wittgenstein. Il pubblico annuisce con aria che si vuole intelligente. Si parla poi della violenza che permea la nostra società e tocca principalmente i giovani, anche e soprattutto attraverso i giochi virtuali.

Infine le domande, poche, degli astanti. In realtà non sono domande, ma piccole dimostrazioni di eloquenza autocompiaciuta. Finito il rituale dell’intellettualità, ci si ferma di fuori per scambiare ancora qualche abbraccio e qualche mondanità. Alla piccola folla si mischiano due mendicanti. Uno offre penne biro, in cambio di una piccola offerta. L’altro non ha niente da vendere, tende solo la mano, che alcuni stringono, chiedendo come stai? Non sono uno di voi, risponde, sto chiedendo l’elemosina. Allora, vattene, tu e quell’altro. Non avete niente da fare qui.

3 commenti su questo articolo:

  1. Susanna scrive:

    Alcuni venditori di penne, altri che chiedono il pane per i figli sono veramente ossessivi e a volte neanche sinceri ma noi palermitani in genere siamo sorridenti e accoglienti con chi ha di meno di noi, forse Marina si è trovata in una situazione particolare che non definisce proprio la nostra città

  2. Marina scrive:

    Certo, Non volevo assolutamente attaccare Palermo. Del resto ho scritto che sarebbe potuto succedere in qualunque altra città. Ho solamente voluto riferire un piccolo episodio che racconta lo snobismo di un certa sinistra.

  3. Adriana Palmeri scrive:

    Cara Marina, in effetti, la tua esperienza non ha connotazione geografica, ciò accade, più o meno, in lungo e largo la nostra penisola. Diversa, secondo me, è la chiave di lettura. Chissà, forse , tra quelle “donne splendidamente pettinate” c’ero anche io, ma che cosa c’entra ciò con i venditori di penne e i mendicanti? Comprendo, tuttavia, che non volevi “attaccare” la città di Palermo dai mille difetti e mille ricchezze bensì la tua esigenza era quella di colpire “lo snobismo di una certa sinistra” conformista. Pur non condividendo la causticità di un pensiero che sembra l’ennesima vittima del conformismo dell’anticonformismo (apparenza non è sostanza), lo rispetto democraticamente.
    Adriana Palmeri

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