Il regime del terrore

21 novembre 2015 di: Stefania Di Filippo

Terrorismo è la parola più usata, in questi giorni, e più temuta, negli ultimi anni. Da quando, bambina, andai da mia madre e le dissi che in tv, su tutte le reti, stavano trasmettendo le stesse immagini e io non capivo il perché. Quattordici anni fa, nella mia vita, come in quella di tutti i ragazzi italiani ed, in generale, europei, nati negli anni 90 entrarono in scena la crudeltà, la barbarie e questo termine, e dopo tutto questo tempo, sfortunatamente, le cose non sono cambiate. Una cosa lo è, anzi: adesso, quando guardo il telegiornale mi aspetto già, con un po’ d’ansia e di paura, che qualcosa di brutto sia successo, ma al terrorismo non riesco ancora a dare una spiegazione ed una definizione precisa. L’esplicitazione che ne da’ la Treccani è la seguente “L’uso di violenza illegittima, finalizzata a incutere terrore nei membri di una collettività organizzata e a destabilizzarne o restaurarne l’ordine, mediante azioni quali attentati, rapimenti, dirottamenti di aerei e simili”. E’ questo, dunque, il grande nemico di cui abbiamo paura, ed è ciò su cui dovremmo cercare di focalizzare la nostra attenzione, cercando di evitare di scadere in una “guerra mediatica”. Un esempio di quest’ultima è l’atteggiamento emerso nel momento in cui ci si è divisi, tra coloro i quali hanno sovrapposto alla loro immagine del profilo facebook le tre strisce verticali blu, bianche e rosse e coloro i quali hanno apertamente affermato che con questo atto si stava dando più importanza alla morte di alcuni francesi che non a quella di altre vittime, che purtroppo, hanno perso la vita in altre stragi, in nazioni geograficamente più lontane. Se si va a guardare la lista dei nomi delle vittime dei tre attentati del 13 Novembre, salta subito all’occhio che le nazionalità sono diverse, c’erano messicani, italiani, tunisini, inglesi, ecco perché non si dovrebbe parlare di quale morte “vale” di più e quale di meno, perché, qui, non si sta mettendo in dubbio, in discussione ciò. Semplicemente, è una conseguenza logica e naturale l’empatizzare con un evento successo a poca distanza dai nostri confini, in una nazione nella quale, molto più facilmente, potevamo, sia noi che qualcuno che conosciamo, trovarci in vacanza, per studio, per lavoro e sentirsi più toccati dall’aspetto più terrificante in questa vicenda, ossia le zone che sono state colpite, luoghi di ritrovo, di condivisione, di quotidianità. E’ questo che più spaventa la gente, è questo l’obiettivo del terrorismo, che non a caso, in storiografia si rifà al regime del terrore vissuto sotto il governo giacobino nel ‘700. E’ paura del vicino, è l’instillare il sospetto in ognuno di noi, è l’instaurare una condizione, un’atmosfera di ansia e di allerta in ognuno, è il colpire l’uomo nella propria libertà, in quanto cittadino del mondo e nella propria intimità, in quanto singolo individuo che non si sente più in grado di riporre fiducia in un altro essere vivente. Questo grande nemico contro cui si sta combattendo oggi ha come caratteristica peculiare l’essere subdolo, un veleno silenzioso che, anche quando non attacca la vita di gente normale, psicologicamente, da’ lo slancio ad una “guerra” mentale nella quale chi mi è accanto è una probabile minaccia.

5 commenti su questo articolo:

  1. Daniele scrive:

    Purtroppo è vero e bisogna reagire a questa paura continuando con la normalità di tutti i giorni, non annullare impegni, viaggi, ecc.. Dobbiamo continuare a vivere la quotidianità perchè è proprio questa che vogliono distruggere.

  2. Desirèe scrive:

    Splendido articolo! è proprio vero,ci stanno schiacciando prima di tutto a livello psicologico

  3. labbè scrive:

    Purtroppo per chi vive a roma come me posso assicurarvi che quello che dice stefania è più che vero. Centri commerciali vuoti, metro chiuse, il centro vuoto. si sente un clima di paura e un aria grigia che difficilmente avevo mai avvertito.
    Abbiamo tutti Paura, però la paura genera solo altra paura quindi i lmiglior modo per combatterla è vivere la nostra quotidianità con la serenità di sempre.

  4. Matteo scrive:

    Purtroppo l’articolo rispecchia una grande verità, ci troviamo a dover combattere contro un nemico subdolo ed invisibile, la paura.. Finché sarà presente questo sentimento in noi, il terrorismo, e chi lo pratica, sarà fortificato. Credo che non dobbiamo ignorare quello che sta succedendo, ma anche secondo me è sbagliato privarsi di quei piccoli gesti che pratichiamo ogni giorno. Troppi innocenti sono morti per la follia di pochi, non sarebbe giusto che altri rinuncino alla loro vita quotidiana.

  5. Roberta scrive:

    Articolo che racconta,purtroppo,la realtà . Senza troppa retorica ,sei riuscita a cogliere l’angoscia e la paura in cui è piombata l’Europa dopo l’11 settembre della Francia .

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