madre musicale

18 novembre 2015 di: Clara Margani

Nella bellissima basilica dell’Ara Coeli a Roma, che si raggiunge con una scalinata di 124 gradini, che sembra proprio portare a un passo dal cielo, ma alla quale si può accedere anche da un ingresso secondario meno conosciuto, che dimezza il fiatone e la fatica della salita, si è svolto il primo concerto della VIII Edizione del Roma Festival Barocco, con l’esecuzione del Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi da parte de La compagnia del Madrigale e de I musici di Santa Pelagia. E’ stato un piccolo assaggio di quello che accadrà nella capitale con il Giubileo della Misericordia; infatti la basilica era gremita oltre che dagli appassionati di musica sacra anche da un innumerevole gruppo di pellegrini appartenenti alla Communauté Saint Jean, fondata nel 1975 in Francia e consacrata alla Vergine Maria: frati, suore e laici provenienti soprattutto dalla Francia ma anche da luoghi lontanissimi del pianeta, seduti sui banchi, sulle sedie, sui pavimenti comateschi, sulle balaustre, appoggiati alle colonne ed ai pilastri, molti con accanto le loro bisacce, con i piedi nudi, liberati dai sandali o dalle scarpe senza turbare per questo con odori sgradevoli l’atmosfera.

Tutti a prendere riposo dal loro cammino di strada e di fede, intenti ad ascoltare parole di una lingua antica definita morta, rese vive dalla musica allo stesso tempo potente e dolcissima di Monteverdi e dalle voci maschili e femminili, talvolta da sole talvolte tutte insieme, dei cantori. I testi, forniti ai presenti nell’originale latino e in traduzione francese, tratti dai Salmi e dal Cantico dei cantici presentano alcune inaspettate sorprese, specialmente nei brani tratti dal Cantico, in cui una giusta dose di erotismo non guasta, laddove alla donna “formosa”, scelta dal re e introdotta in “cubiculum suum”, viene chiesto di distogliere gli occhi per il turbamento che provocano e per merito della quale l’inverno finisce, la pioggia scompare e i fiori riempiono la terra.

Uniti dall’amore, i pellegrini per la Madonna e gli appassionati per la musica, i presenti si sentono affratellati da questa affascinante madre musicale in una basilica che custodiva un bambino tutto d’oro, rubato da anni e mai più ritrovato, protetti da una madre senza figlio, perché le è stato ucciso, e da lui affidata al discepolo Giovanni. Una donna che da madre di Dio diviene madre di un uomo e, attraverso la musica, di tutta l’umanità.

2 commenti su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    un dolore muto
    quello di un genitore a cui è stato ucciso un figlio
    un dolore sordo
    al quale si unisce il mondo intero….

  2. Maria Teresa scrive:

    Se la musica ha la capacità di affratellare persone di culture e fedi diverse o anche di nessuna fede è necessario che risuoni costantemente nella nostra vita, perchè chi l’ascolta non venga affascinato da pensieri di distruzione e di morte.

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