A Caltanissetta è stata ricordata Letizia Colajanni

2 aprile 2016 di: Marcella Geraci

Una militanza politica di cuore al fianco e al servizio delle persone più deboli e di chi, affacciandosi in condizioni di subalternità nel tormentato scenario politico del dopoguerra siciliano ha migliorato, con le proprie rivendicazioni, il quadro economico, giuridico e sociale dell’intero Paese. Letizia Colajanni la ricordiamo proprio per le mille battaglie che portano la sua firma e per l’impegno quotidiano di una vita lunga quasi un secolo, vissuta sempre da protagonista.

Classe 1914, crocerossina negli anni Quaranta e fondatrice della sezione Udi a Caltanissetta nel 1945, iscritta al Pci dal 1953 e deputata regionale dal 1960 al 1964, Letizia Colajanni è morta nel 2005 e l’associazione Onde Donneinmovimento le ha dedicato ben quattro edizioni del concorso letterario “Lettere a Letizia”.

Il concorso ha ottenuto, quest’anno, il patrocinio del Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e si è concluso il 13 marzo con un convegno, seguito dalla premiazione delle opere di poesia e prosa ritenute migliori da un’apposita giuria. Il convegno ha invece ripercorso le tappe della vita di Letizia e le sue lotte per rivendicare condizioni di vita e di lavoro più umane per i minatori, le terre per i contadini, la graduatoria unica per gli insegnanti, l’emancipazione delle donne e una legge che regolamentasse il lavoro a domicilio contro lo sfruttamento femminile, in particolare quello perpetrato ai danni delle ricamatrici di Santa Caterina Villarmosa. I lavori hanno anche registrato l’intervento di Simona Mafai, attraverso una sua lettera inviata da Palermo per l’occasione.

Nell’ambito del convegno, ricordare Letizia è stata l’occasione per toccare momenti importanti di un dopoguerra lungo fino ai giorni nostri e il pretesto per riflettere sul fatto che questo ricordo è forse più utile a noi che a lei, donna sempre presente di una presenza silenziosa, che non ha mai chiesto nulla per sé al Partito Comunista di allora, che comunque non la valorizzò come avrebbe meritato.

La storia non è maestra di vita, ma in tempi in cui vengono sbandierati al vento scontrini, rimborsi elettorali e stipendi dimezzati è bello sapere che l’Italia ha già conosciuto questi esempi, allora dati per scontati e un po’ più silenziosi di quelli di oggi. Esempi che in pochi avrebbero ritenuto essere da soli la buona politica, essendone solo i prerequisiti necessari. La politica era altro: una visione, lo stare dalla parte degli oppressi per costruire un mondo nuovo dove tutti potessero star comodi. La politica era quella di Letizia.

(nella foto di copertina, Teresa Gentile)

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