dove sono i nostri figli

19 aprile 2016 di: Marcella Geraci

Dove sono i nostri figli? Dove sono i nostri fratelli? Cinquecentoquattro famiglie tunisine non hanno mai smesso di chiederselo e continuano a cercare i loro familiari scomparsi, nonostante dal 2011 ad oggi non abbiano ricevuto risposte. Eppure molte di queste persone migranti sparite nel nulla sono riuscite ad approdare nelle nostre coste e hanno lasciato prove del loro arrivo. Mettersi sulle loro tracce è il principale obiettivo della Seconda Carovana per i diritti dei migranti, per la dignità e la giustizia, partita da Torino il 2 aprile per fare oltre 2.500 chilometri attraversando l’Italia da Nord a Sud.

Fra le tappe siciliane Caltanissetta e i paesi in provincia Sutera e Niscemi, Agrigento, Vittoria, Siracusa, Catania, dove la Carovana parteciperà alla seconda giornata internazionale contro Frontex e Palermo, dove la realtà itinerante terminerà il suo viaggio proprio il giorno successivo. Cercare le persone scomparse vuol dire anche incontrare quell’arcipelago associativo che lotta contro la riduzione in schiavitù e organizza l’accoglienza e chiede rispetto e condizioni più umane per le persone migranti.

Quest’anno la Carovana porterà con sé testimoni centroamericani come Omar Garcìa, studente messicano sopravvissuto al massacro di Ayotzinapa, la scuola rurale di Iguala dove, nel 2014, sei studenti sono stati assassinati, cinque feriti e 43 scomparsi, in un episodio diventato il simbolo della repressione del narcostato. E ancora Ana Gricelides Enamorado, madre honduregna della Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos e Maria Guadalupe Gonzales Herrera, delle Patronas di Amatlan de los Reyes, nello stato messicano di Vera Cruz. Le cinquecentoquattro famiglie tunisine sono invece rappresentate da Imed Soltani dell’associazione Terre pour tous, presente insieme a una delegazione algerina formata dall’avvocato Koucela Zerguine e da Kamel Belabed, padre di una delle persone scomparse. Composta da volontari, la Carovana ha lanciato una raccolta di fondi per sostenere le spese per il trasporto e il mantenimento delle delegazioni straniere.

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