piccoli furti e vanità femminili

23 aprile 2016 di: Silvia Romanese

Mentre ero alla cassa di un supermercato appartenente ad una nota catena, la mia attenzione è stata attratta da un fuori programma che nel frattempo si svolgeva proprio alla cassa accanto alla mia, interrompendo d’un tratto il consueto e meccanico rituale della spesa quotidiana.

Il personale di sorveglianza si era avvicinato ad una signora anziana, per la verità piuttosto curata nell’aspetto, redarguendola in malo modo ed intimandole ad alta voce di restituire il maltolto che abilmente aveva fatto scivolare nella tasca del giaccone. La scena era piuttosto imbarazzante tanto per la signora in questione, colta in flagranza di reato, quanto per gli altri clienti interdetti ed ammutoliti.

Sinceramente non mi è piaciuto affatto il modo in cui è stata affrontata la questione ed avrei preferito che la signora venisse avvicinata con maggiore discrezione e magari invitata in un luogo più appartato dove chiarire la situazione. Ho fatto notare al cassiere presso cui stavo pagando il mio conto che non mi sembrava corretto umiliare così pubblicamente una signora, per di più anziana. Mi ha risposto che sì, avevo pur ragione ma purtroppo la cliente era recidiva a tali illeciti.

Ma l’aspetto a mio avviso più curioso della vicenda, che fin qui sembrerebbe essere solo quella di un banale furto in un supermercato, è che il corpo del reato consisteva in un… burro di cacao! A riprova di ciò, infatti, il personale di sorveglianza brandiva la confezione di cartone aperta ed abbandonata vuota nello scaffale, ancor più sorprendente mi è sembrata poi la confessione della signora che, messa con le spalle al muro di fronte a prove tanto schiaccianti, ha candidamente ammesso di esserselo appena passato un po’ sulle labbra.

Proviamo a fare ora alcune considerazioni su questo piccolo episodio tragicomico: il danno economico subito dal supermercato era veramente ben poca cosa. D’accordo, il furto è furto e non si possono accettare eccezioni, ma sta pur sempre alla direzione del negozio valutare le modalità con cui intervenire senza turbare o mettere in imbarazzo il resto della clientela presente al momento, certa, come sono, che chiunque sarebbe stato pronto ad addebitare l’importo del prodotto sottratto sul proprio conto pur di risolvere pacificamente quell’increscioso inconveniente.

Sappiamo che in tempi di crisi alcune categorie, come quelle degli anziani con una pensione minima, sono più fragili ed esposte a commettere piccoli furti nei negozi, perdendo di dignità…ma la loro dignità non è già forse offesa di fatto dalle ristrettezze economiche a cui sono costretti? Eppure nemmeno questo mi è sembrato essere il movente che, considerando la signora in questione definirei piuttosto un atto di…piccola vanità. Un semplice burro di cacao, simbolo di una femminilità che desidera concedersi (anche in un modo così ingenuamente illecito) qualche gratificazione in più. Mi ha fatto pensare al bambino che ruba le caramelle o il barattolo della marmellata…non si dice forse che da vecchi si ritorna un po’ bambini?

Devo ammettere che questa donna mi ha fatto piuttosto tenerezza nella sua fragilità, proprio per quel suo gesto quasi infantile e forse basterebbe una maggiore attenzione e vicinanza da parte dei familiari, per evitarle altri analoghi episodi sgradevoli.

6 commenti su questo articolo:

  1. Enza scrive:

    Alle casse di un supermercato di un quartiere popolare in una giornata prefestiva natalizia le file erano lunghissime: tutti i clienti erano indaffarati a fare le ultime compere per il cenone. I cassieri erano sfiniti, il personale di servizio impegnato a riempire gli scaffali di prodotti richiesti dalla clientela per rispettare le tradizioni e adeguarsi alle pressioni della pubblicità. In quel marasma si sono infilate due signore straniere con due grandi buste riciclabili, riempiendole di prodotti di ogni genere e, velocemente, passando tra la gente in fila e impegnata a disporre la spesa alle casse per il pagamento, hanno guadagnato la porta di uscita e sono andate via con un “omaggio” estorto all’inconsapevole supermercato italiano. Non sono la sola che si è accorta dell’accaduto ma, guardandoci negli occhi, abbiamo tacitamente fatto finta di niente abituati come siamo ad essere più generosi con gli stranieri che con i nostri connazionali, per di più anziani….

  2. Ubaldo scrive:

    Questo racconto dall’aria un po’ semplice contiene uno spaccato di vita giornaliero dunque molto interessante, e più che semplice è preciso, è un tratto di vita quotidiana.

  3. Gabriele scrive:

    Un anziano saggio popolare diceva “a regà non ve scordate mai che le pischelle rimarranno sempre pischelle”. =D

  4. Gemma scrive:

    Ciascuno di noi ha le sue vanità, piccole debolezze, manie….il vero problema è che non siamo più disposti ad accettare gli altri, le loro idee, le loro opinioni, i loro comportamenti. Abbiamo perso di vista l’attenzione alle fragilità degli altri. L’articolo e i commenti evidenziano un desiderio di ritorno alla semplicità. Lo diceva anche Ovidio duemila anni fa. “La semplicità, è cosa rarissima ai nostri tempi”. Ogni tanto, nelle esperienze della nostra vita, incontriamo persone “semplici” che sono molto più intelligenti di tanti cosiddetti “intellettuali”. Forse bisognerebbe rivedere certe modalità di relazionarsi agli altri, anche quando si comportano contravvenendo le regole.

  5. Micol scrive:

    PIù che un racconto è un bozzetto di vita quotidiana che ci riporta a piccole cose che poi formano le angherie quotidiane del più forte contro il debole.qua la più forte mi pare la donna con la sua senile vanità

  6. Nuccia scrive:

    Secondo me è stato un gesto innocente e ingenuo di una donna che non si è neanche resa conto di quello che stava facendo e, quindi, non meritava di essere trattata e ripresa pubblicamente ma chiamata in disparte. Invece andrebbero presi provvedimenti seri per quelle persone straniere colte senza biglietto sull’autobus, che, anziché fatte scendere, andrebbero portate in questura per contrastare un malcostume dilagante.

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