variabili sul concetto di famiglia

16 maggio 2016 di: Daria D’Angelo

In un articolo letto qualche mese fa, dal titolo “Cirinnamoreremo”, Massimo Gramellini si chiede su chi si fondi davvero una famiglia. «Su un uomo e una donna, oppure su due persone che si amano a prescindere dal proprio sesso? Due uomini o due donne che si amano sono da ritenersi contro natura più di un uomo e di una donna che stanno insieme detestandosi?» In realtà, in nome di quale principio astratto, solo in questa nazione e solo perché comprendiamo il Vaticano, dovrebbe essere proibito vedere riconosciuta l’unione fra due individui dello stesso sesso. Eppure, obiezioni di coscienza, sindaci che si rifiutano di registrare le unioni civili appena approvate, la macchina contraria al progresso dei diritti si sta già muovendo. Si sono mossi anche i cosiddetti “cattolici”, dal Popolo del Family Day fino ai Parlamentari centristi, pronti a indire un referendum.

Minacciano ripercussioni a ottobre, nel referendum sulla Riforma Costituzionale e, contemporaneamente di indire un referendum abrogativo del ddl Cirinnà. E ben venga, il referendum, così sarà il popolo italiano a ridimensionarne la rappresentanza. La storia dei paesi a noi vicini insegna che su questi temi non si torna indietro qualunque governo si sussegua, e anche la storia italiana, con i referendum su aborto e divorzio, ci dice che è e sarà così; chi ha deciso di stare dalla parte del passato, si rassegni.

Resta, come minaccia incombente, il temuto articolo 5 sull’adozione del figlio del partner, che non è comunque la questione dell’utero in affitto, ma solo il tentativo di risolvere una questione che riguarda quelle coppie omosessuali con cui vive un figlio rimasto privo dell’altro genitore biologico. C’è da interrogarsi, allora, e riflettere su cosa sia preferibile nel caso di morte di un genitore, e io non credo che sia meglio, per il bambino, un percorso di sballottamenti o l’ipotesi di un orfanotrofio, credo che il minore abbia tutto il diritto di restare tra gli affetti con cui è cresciuto. Si tratta di abbandonare stereotipi o posizioni politiche e valutare tutto con l’amore, di farsi guidare da un’emotività e da un istinto che non andrebbero mai contro natura.

1 commento su questo articolo:

  1. gemma scrive:

    Ci sono molte contraddizioni: genitore biologico è chi ha generato un figlio e, se lo ha potuto fare, è proprio perché la natura glielo ha consentito. Da sempre funziona così….andare contro natura vuol dire forzare questa realtà fatta di gameti, cellule uovo e spermatozoi, concepiti per la fecondazione. Che ci piaccia o no tutti noi che stiamo discutendo di questo delicato argomento siamo il frutto dell’incontro di due gameti, uno maschile e uno femminile. L’amore è un’altra cosa, l’affetto per i nostri e altrui figli non si può confondere con le leggi di natura. Tanti generano figli ma non li sanno amare. Tanti altri sanno dare amore ma non possono generare figli. Adottare un figlio, da sempre, è cosa buona se quel figlio ha perso una figura genitoriale di riferimento. Essere razionali non vuol dire non capire l’importanza dell’amore che lega due persone ma non dimentichiamo il diritto di ciascun individuo di conoscere la sua provenienza: si tratta di una persona che, come tutti noi, ha un DNA presente in quei cromosomi, in parte di origine paterna e in parte di origine materna, che costituiscono il suo patrimonio genetico e che lo rendono unico al mondo ma, inevitabilmente, simile in parte al padre e in parte alla madre biologici cui deve la propria esistenza.

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